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venerdì 12 novembre 2010

A che servono le Newco? A «defiommizzare» la Fiat


C'è una parola che va per la maggiore in casa Fiat, suona bene, muove l'immaginario collettivo. Questa parola è Newco, che in realtà vuol solo dire nuova società. Per fare una nuova società bisogna chiudere quella vecchia e quindi riassumere in base a nuove regole chi ci lavorava. Mica tutti. Le nuove regole e le nuove società, si dicono neanche a bassa voce capi e capetti al servizio di Sergio Marchionne (le mosche del capitale), servono principalmente a una cosa: defiommizzare la Fiat, fare le pulizie pasquali in tutti gli stabilimenti per liberarsi di ogni resistenza e intelligenza critica e autonoma. Roba da far rimpiangere i tempi del ragionier Valletta, che su ordine e con gli assegni dell'ambasciatrice americana Luce aveva cancellato il Pci e la Fiom dalle fabbriche del senatore Agnelli, spaccato il sindacato, inventato sindacati gialli. Adesso per Marchionne l'operazione sembrerebbe addirittura più semplice: il sindacato giallo c'è già, lo stesso inventato negli anni Cinquanta con il nome cambiato, da Sida a Fismic. C'è un sindacato ex fascista che è l'Ugl e ci sono due sindacati complici pronti per l'uso, Fim e Uilm che scimmiottano Marchionne, fino a sostenere che quel che dice il capo loro l'avevano già pensato. Defiommizzare. Fa una certa impressione l'idea che in un paio d'anni l'Italia si possa riempire di fabbriche gialle, almeno quelle non ancora chiuse. Perché se continua così, con la Fiat che in un mercato europeo in sofferenza continua a perdere quote perché non ha modelli e non perché c'è la Fiom, le cose si mettono male per chi ci lavora. Del resto, cosa ha detto Marchionne a «Che tempo che fa»? Che l'Italia gli abbassa la media del fatturato e dei profitti - ma non della sua busta paga. Per carità, la Fiat non vuole andarsene dall'Italia ma pretende alcune condizioni: tutto il potere, flessibilità totale della manodopera e dimezzamento dei diritti. Per via legislativa come sta facendo il governo e con le Newco alla Pomigliano. Newco in cui, nell'intenzione del Lingotto, i rompiballe che pretendono diritti non metteranno piede. A Mirafiori, il cui futuro è appeso a un mercato sempre più defiattizzato e alle decisioni di un despota, si potrebbe fare una Newco modificando non solo nome e leggi ma anche la proprietà: non più Fiat ma Fiat-Chrysler, o più probabilmente viceversa. Mirafiori non più quartier generale della multinazionale italiana dell'auto ma la più grande fabbrica Chrysler in Europa. Intanto si fanno le prove generali, si sondano gli alleati sindacali che non vedono l'ora di fare come a Pomigliano, magari aggiustando un po' l'accento. Ieri Fim, Uilm, Fismic, Ugl e addirittura l'associazione dei capi e quadri hanno fatto le assemblee nella fabbrica torinese e si sono trovate di fronte a una sorpresa: anche i loro operai pretendono tracce di democrazia, e magari un referendum sugli accordi che li riguardino. Oggi si terranno le assemblee della Fiom ma Marchionne se ne fotte, solo ieri ha ribadito che lui con la Fiom - che nel gruppo Fiat rappresenta il 35% dei dipendenti - non vuole discutere e trattare. Facendo così andare su tutte le furie la nuova segretaria della Cgil, Susanna Camusso, che già il giorno prima aveva dovuto incassare l'intollerabile rifiuto di Marchionne di aprire un tavolo con sindacati e governo sul suo piano industriale. Così gli sforzi, condivisibili o meno ma certo rispettabili di ricucitura con Cisl e Uil e di interlocuzione positiva con i padroni di Camusso rischiano di essere bluciati dentro un conflitto di classe in cui l'avversario vuole tutto. Ma non era finita la lotta di classe?

Loris Campetti

La Fiom: fermate la trattativa sulla produttività

Testo conclusivo del Comitato Centrale dell'8 novembre (...)

A) Il grande successo della manifestazione nazionale dello scorso 16 ottobre a Roma rafforza le ragioni della nostra mobilitazione, indica l'esistenza di un vasto dissenso sociale alle politiche del Governo e della Confindustria chiede alla Fiom ed alla Cgil di continuare con una azione ed una pratica sindacale nei luoghi di lavoro e nel Paese che coerentemente difenda l'occupazione e delinei un'alternativa sociale e industriale di uscita dalla crisi.
La grande partecipazione al 16 ottobre ha rimesso al centro della discussione sociale e politica, il lavoro quale interesse generale del Paese, il valore del Contratto nazionale, e della democrazia in alternativa alla deleteria pratica degli accordi separati, ed ha riaffermato che a partire dalla Fiat non è accettabile lo scambio tra riduzione dei diritti e investimenti, ma al contrario va affermata una nuova politica industriale socialmente ed ambientalmente sostenibile fondata sulla qualità delle prestazioni lavorative, sulla stabilità dell'occupazione, sull'innovazione dei prodotti, sul diritto alla Contrattazione collettiva, su un nuovo intervento pubblico nell'economia anche per una nuova occupazione.
Il 16 ottobre è stato capace di unire, a partire dalla piattaforma della Fiom, le lotte in corso degli studenti, dei precari, dei lavoratori pubblici e privati, dei migranti, dei pensionati, dei movimenti sui beni comuni e in difesa dello stato sociale, dei movimenti in difesa della Costituzione e contro la deriva del Governo Berlusconi, avviando dei rapporti, un percorso ed un dibattito nuovo che va alimentato e perseguito sia a livello nazionale che sul territorio.
In tale ambito il Comitato Centrale della Fiom, da mandato alla Segreteria nazionale di definire le modalità di sostegno e di partecipazione alla settimana di mobilitazione organizzata dallo Spi nel mese di novembre, alla mobilitazione degli studenti il 17 novembre, alla mobilitazione nazionale per i diritti dei migranti promossa dalla Cgil per il 18 novembre ed alla mobilitazione indetta dai movimenti per l'acqua per il 4 dicembre 2010.

B) Il Governo con il consenso della Confindustria ha fatto approvare dalla sua maggioranza in Parlamento il famigerato Collegato al Lavoro, legge che il Presidente della Repubblica aveva rinviato alle Camere, con cui si destruttura il diritto del lavoro nel nostro paese, rendendo sempre più difficile per il singolo lavoratore far valere in sede giudiziaria la lesione dei propri diritti.
La Confindustria ha ribadito che va affrontato il nodo della crescita di produttività agendo in due direzioni:
• rendere ancora più libero senza vincoli l'utilizzo del ricorso ai contratti a termine e di somministrazione ed allungare il periodo di prova per le assunzioni a tempo indeterminato;
• effettuare un tagliando all'accordo separato del 2009 al fine di sancire che un Contratto nazionale più “lungo e generale”, derogabile a livello aziendale, più leggero sui temi dell'orario dell'inquadramento e del salario è ciò che serve alle Imprese. Vogliono avere l'utilizzo degli impianti, la distribuzione degli orari (giornalieri, settimanali, mensili, annuali) più utile alle esigenze produttive e di mercato. Vogliono trasformare il salario in un elemento totalmente variabile legato all'andamento aziendale.
Contemporaneamente la Fiat continua a negare qualsiasi confronto sul piano industriale, continua a voler cessare le attività a Termini Imerese facendo saltare oltre 2.500 posti di lavoro, disdice gli accordi aziendali in vigore in materia di agibilità sindacale e di contrattazione dei tempi e metodi di lavoro ed ha reso esplicita la volontà di procedere a Pomigliano con la costituzione di una nuova Newco in cui riassumere individualmente gli attuali lavoratori già dipendenti del gruppo Fiat nel sito campano, per sancire il completo superamento del Ccnl.
A fronte di tutto ciò il Comitato Centrale della Fiom è impegnato a:
• favorire la massima partecipazione, dei metalmeccanici alla manifestazione nazionale indetta dalla Cgil per sabato 27 novembre a Roma;
• confermare la richiesta alla Cgil di proclamare lo sciopero generale di tutte le categorie pubbliche e private e dei pensionati.
Il Comitato Centrale della Fiom impegna tutte le proprie strutture a realizzare un'ampia e diffusa campagna di informazione in tutti i luoghi di lavoro e in tutto il Paese, e a tal fine proclamare 2 ore di sciopero contro il Collegato al lavoro.
Dà mandato alla Segreteria nazionale di valutare la possibile predisposizione di una lettera d'impugnazione dell'illegittimità dei contratti a termine e di richiesta di trasformare a tempo indeterminato per realizzare nei 60 giorni previsti dal Collegato al lavoro una campagna straordinaria di lotta al lavoro precario.

C) Il Comitato Centrale della Fiom valuta che il tavolo di confronto aperto con le controparti imprenditoriali, proposto dalla Confindustria, si sta svolgendo senza che l'insieme dell'organizzazione abbia potuto conoscere e discutere preventivamente i contenuti e le proposte con le quali la Cgil partecipa a tale negoziato.
Il Comitato Centrale considera non condivisibile che siano stati consegnati al Governo documenti con il consenso della Cgil in cui ad esempio si richiede “di incrementare e rendere strutturali tutte le scelte normative che incentivano la contrattazione di secondo livello, che collegano aumenti salariali variabili all'andamento delle imprese”. Così nei fatti si svuota il ruolo salariale dei contratti nazionali, tanto più in una situazione di grave crisi.
Così come ad esempio, in presenza dell'accordo di Pomigliano e dell'accordo separato sulla derogabilità, nel caso della nostra categoria, non è condivisibile che la Cgil condivida che “nuovi investimenti produttivi e le crisi occupazionali nel Mezzogiorno dipendono da riforme di sostegno al lavoro, attraverso l'utilizzo di tutte le strumentazioni contrattuali nazionali e decentrate”.
In ogni caso il Comitato Centrale della Fiom, considera che materie relative agli orari di lavoro ed ai contenuti della contrattazione collettiva che compongono la prestazione lavorativa siano e debbano rimanere di titolarità della categoria.
Per queste ragioni il Comitato Centrale della Fiom considera non praticabile il tavolo di confronto sulla produttività proposto dalla Confindustria e chiede alla Cgil di sospendere tale negoziato e di mettere nella condizione tutta l'organizzazione fino ai luoghi di lavoro di poter conoscere e discutere preventivamente le scelte e gli orientamenti negoziali della Cgil.
In tale contesto per superare la pratica degli accordi separati si impone la necessità di definire regole certe sulla rappresentanza e sulla democrazia. La definizione di una proposta da parte della Cgil deve essere il frutto di una tale discussione che sappia mettere al centro il diritto al voto del singolo lavoratore, per poter decidere e partecipare.
Tali scelte sono necessarie tanto più a fronte di un’evidente crisi del Governo di centro-destra e per impedire qualsiasi scambio tra questioni sociali ed evoluzione del quadro politico.

D) Il Comitato Centrale valuta positivamente gli accordi aziendali ad oggi realizzati che confermano l'applicazione del Ccnl del 2008 e riconoscono aumenti salariali certi ed aggiuntivi per le lavoratrici e i lavoratori.
Le strutture territoriali ad ogni livello sono impegnate ad estendere tale azione negoziale in difesa del Ccnl del 2008 ed avviare anche il contenzioso giuridico per affermare che il Ccnl efficace e legittimo in vigore nel settore metalmeccanico è quello del 2008 senza alcuna derogabilità.
Il Comitato Centrale convoca per il 3 e 4 febbraio 2011 l'Assemblea nazionale delle delegate e dei delegati per decidere, contenuti, tempi e modalità di presentazione della piattaforma per il rinnovo del Ccnl del 2008 e per valutare e decidere tutte le azioni necessarie a garantire una coerente continuità con la manifestazione del 16 ottobre 2010.
La Segreteria nazionale è impegnata a predisporre specifiche iniziative di approfondimento.
Il Comitato Centrale dà mandato di convocare entro gennaio 2011 un’Assemblea delle delegate e dei delegati migranti per una discussione complessiva su come far vivere tale tema nella discussione e nella pratica della Fiom. Tale assemblea dovrà vedere anche la partecipazione del Comitato Centrale.

E) Il Comitato Centrale, condivide e sostiene la scelta del Coordinamento nazionale del Gruppo Fiat di aver convocato per il 18 novembre 2010 l'assemblea delle delegate e dei delegati a Roma, per decidere tutte le iniziative necessarie a difendere, innovare e sviluppare le filiere di produzione di mezzi di trasporto in Italia e dell'occupazione, nel rispetto del Ccnl e delle leggi del nostro Paese.

F) Il Comitato Centrale della Fiom in coerenza con gli obiettivi ed il successo della manifestazione del 16 ottobre avanza le seguenti proposte:
• La riunificazione del mondo del lavoro pone la necessità di assumere quale evoluzione dell'attuale sistema di relazioni sindacali la realizzazione del Contratto dell'Industria.
Il processo di unificazione a livello europeo dei sindacati dell’industria (metalmeccanico, chimico, tessile) deve prevedere uno sforzo analogo a livello italiano. In questa ottica, nel nostro Paese si può prevedere quale passaggio intermedio l'unificazione dei Contratti nazionali per ogni categoria.
Il Ccnl deve avere l'obiettivo di difendere e di incrementare il valore reale dei salari assumendo di redistribuire con il Ccnl parte della ricchezza prodotta verso il salario delle lavoratrici e dei lavoratori. Deve mantenere una struttura certa e comune sull'insieme dei diritti e dei contenuti della prestazione lavorativa a partire dall'orario e dall'inquadramento. La contrattazione di secondo livello deve avere carattere integrativo al Ccnl e può svilupparsi a livello di azienda, di sito e di filiera affrontando così il problema della sua estensione anche nelle imprese di minore dimensione occupazionale.
• Nel confermare il valore della proposta di legge da noi presentata in parlamento e la necessità di una regolamentazione legislativa in materia di democrazia e rappresentanza, si propone a Federmeccanica a Fim e Uilm l'apertura di un tavolo e di confronto per definire l'eleggibilità della Rsu anche nelle imprese sotto i 15 dipendenti, il superamento dell'1/3 riservato alle organizzazioni sindacali, procedure per la validazione delle piattaforme e degli accordi tramite il ricorso al voto referendario anche in caso di diverse posizioni.
• La possibile istituzione di un reddito di cittadinanza che, nell'ambito di una riforma del sistema di ammortizzatori sociali e di previdenza sociale, sia da un lato in grado di garantire il diritto allo studio a tutti, dall'altro affronti la questione di una tutela a fronte di una disoccupazione non volontaria, figlia di una precarietà esasperata.

G) Campagna “Io sto con la Fiom”.
Il Comitato Centrale della Fiom dà mandato alla Segreteria nazionale ed alla Consulta Organizzativa di predisporre una campagna di sindacalizzazione e di sostegno alla Fiom-Cgil straordinaria articolata sulle seguenti azioni:
1. Invitare le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici non iscritti a nessun sindacato a iscriversi e sostenere la Fiom e di conseguenza a non versare la quota contrattuale a Fim e Uilm.
2. Avviare da gennaio 2011 una campagna di rinnovo della delega e di nuove iscrizioni ala Fiom-Cgil.
3. Organizzare un Tour con rappresentanti dello spettacolo, della cultura, e della società civile a sostegno della piattaforma del 16 ottobre.
4. Trasformare la Cassa di resistenza metalmeccanica in un'associazione aperta ai contributi individuali di chi intende sostenere le azioni della Fiom e le lotte delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici, con modalità che saranno presentate alla discussione.

Approvato all’unanimità