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martedì 30 novembre 2010

Studenti e operai contro la Newco Italia

di Giorgio Cremaschi . Maria Stella Gelmini e Sergio Marchionne sono impegnati nella stessa impresa. L’amministratore delegato della Fiat ha presentato a Torino un progetto per Mirafiori che è la pura riproposizione di quello presentato a Pomigliano. In Campania, per fare uno dei modelli più vecchi e senza futuro della Fiat la Panda, si chiede ai lavoratori di rinunciare al contratto nazionale e al diritto costituzionale allo sciopero. A Torino per fare l’auto più inquinante del mondo, il Suv, si chiede la stessa cosa. L’unica differenza tra Torino e Pomigliano è il maggior tasso di ipocrisia con cui Marchionne si è presentato ai sindacati. Ma questo verrà meno presto, perché la sostanza è che Marchionne vuole imporre lo stesso diktat di Pomigliano anche ai torinesi, e alla fine riceverà gli stessi no che ha ricevuto quest’estate. (...)
Il modello organizzativo e sociale con cui Marchionne realizza i suoi arretratissimi progetti industriali è la “newco”, cioè una nuova compagnia secondo quell’inglese con cui in Italia spesso si coprono i peggiori misfatti sociali, nella quale assumere i lavoratori selezionati dall’azienda. Si smantella la vecchia Fiat, si chiudono Termini Imerese così come tanti altri impianti e reparti in tutta Italia, e da essa si estraggono gli impianti e i lavoratori che dovranno essere spremuti al massimo. La salute delle persone, così come l’innovazione tecnologica, non sono previste: si tratta di estrarre in fretta il maggior profitto possibile dalla realtà industriale così come essa è ora, chiedendo ai selezionati la rinuncia a tutto e buttando a mare tutti gli altri. Maria Stella Gelmini è stata tra le prime a sostenere Marchionne quest’estate. Oggi essa propone la newco nella scuola e nell’università pubblica. Da un sistema scolastico, di studio e di ricerca che viene abbandonato a se stesso, si estrae quella parte che verrà privatizzata e regalata al mondo degli affari. Anche lì una minoranza di studenti e ricercatori sarà selezionata, purché accetti di mettere conoscenza e libertà al servizio della speculazione. E i baroni che si rivestiranno dei panni del manager potranno rinnovare ed estendere i propri privilegi.
Per questo oggi c’è un’identificazione profonda tra operai, studenti e ricercatori in lotta. Essi sono di fronte allo stesso progetto economico e sociale. Non a caso “Il Sole 24 ore” sostiene con la stessa fermezza la newco di Marchionne e quella della Gelmini. Sono due progetti di esclusione sociale mascherati da riforma. Marchionne cancella il diritto al lavoro così come è sancito dalla Costituzione, la Gelmini il diritto allo studio, anch’essa, stracciando il dettato costituzionale. Questi progetti vanno fermati, anche a costo di scontrasi con tutti coloro, Fini e Casini in testa, che vogliono superare Berlusconi ma non la sua politica.
Bisogna fermare le newco, perché dopo di loro, se Gelmini e Marchionne dovessero vincere, toccherà alla Lega Nord o a chi per essa, sostenere che fatta le newco nelle fabbriche e nelle scuole resta solo da programmare la newco Italia.