Pagine

sabato 29 ottobre 2011

IL GIUDICE ORDINA:
ELEGGERE LE R.S.U. E' UN DIRITTO !
(nonostante Fiat-Uilm-Fismic-Ugl)

Da oltre sei mesi i membri della Commissione elettorale di UILM – FISMIC – UGL tengono in ostaggio il diritto dei lavoratori di eleggere i propri rappresentanti sindacali con cavilli e con rinvii fino a fissare la data del voto addirittura per il 12/12/2012.
Tutto questo perché dal 1 gennaio si applica l’accordo di Pomigliano con il relativo passaggio alle R.S.A. nominate dalle Organizzazioni sindacali, che garantiscono la spartizione paritetica della rappresentanza tra le organizzazioni firmatarie, senza alcun voto dei lavoratori né alcuna verifica democratica della reale rappresentatività di ciascuno.
La UILM nella memoria  difensiva  depositata in Tribunale sostiene addirittura che non si può votare perché la FIAT non sarebbe disponibile …

Questo  inaccettabile  comportamento ha lasciato  in questi mesi difficili  gli oltre 1000 lavoratori delle  Officine Automobilistiche Grugliasco (gruppo FIAT)  senza rappresentanza sindacale  visto che la RSU è  decaduta ad aprile, dopo le dimissioni delle Rsu Fiom.

Nei mesi scorsi 700 lavoratrici e lavoratori della ex Bertone hanno sottoscritto una petizione che  chiedeva alla Commissione elettorale di poter votare subito, ma evidentemente per questi signori  contano più gli ordini dei propri segretari sindacali che le richieste dei lavoratori.

La Fiom Cgil di Torino ha  quindi  chiesto al Tribunale di Torino di pronunciarsi sulla legittimità  del comportamento della maggioranza dei membri della Commissione elettorale  che viola, oltre ai diritti  democratici, anche i regolamenti e le norme per il rinnovo delle Rsu.

IL TRIBUNALE DI TORINO HA RICONOSCIUTO CHE IL  DIRITTO ALLA 
RAPPRESENTANZA NON E’ PROPRIETA’ DELLA COMMISSIONE 
ELETTORALE NE’ DELLE ORGANIZZAZIONI SINDACALI E HA 
ORDINATO ALLA COMMISSIONE DI ORGANIZZARE SUBITO IL VOTO 
PER IL RINNOVO DELLA RSU DELLA EX BERTONE  ENTRO IL  15 
NOVEMBRE 2011.

Naturalmente la FIOM CGIL di Torino si riserva di  perseguire anche in sede civile il comportamento di  costoro così come si riserva nei prossimi giorni di depositare analoghi ricorsi contro  le decisioni delle Commissioni elettorali  del  COMAU e  degli  ENTI CENTRALI di Mirafiori (nominati dalle stesse  organizzazioni) che stanno impedendo ai lavoratori di rieleggere quelle RSU alla loro scadenza.

LA FIOM CGIL: 
NON ACCETTIAMO ATTACCHI
AI DIRITTI DEI LAVORATORI …
DA NESSUNO!

Torino 28/10/2011                                                 FIOM CGIL TORINO    
 

Ulteriore gravissimo attacco 
del Governo ai diritti dei lavoratori 
e delle lavoratrici 
     
Una ragione in più per partecipare  
 alle iniziative di sciopero decise dalla Fiom 

Dopo aver introdotto l’art.8  nella manovra finanziaria,  che cancella il diritto del 
lavoro e il Contratto nazionale, che permette alla Fiat di uscire dal Contratto 
nazionale e di applicare in tutto il Gruppo  l’accordo antisindacale di Pomigliano,  
l’attacco ai lavoratori continua con il via  libera ai licenziamenti dato dal Governo e 
approvato dall’Europa. 
Drammaticamente si continua a perseguire la strada di colpire il lavoro e i 
lavoratori e le lavoratrici dando la libertà alle imprese di licenziare annullando 
lo statuto dei lavoratori, e colpendo in modo particolare le donne con 
l’innalzamento dell’età pensionabile. 
La lettera  all’Europa invece  di individuare misure per la crescita e lo sviluppo, 
contiene dichiarazioni di intenti, ma la cosa più grave è che  va  a colpire coloro che 
sono più deboli, che  più soffrono la crisi e che da sempre sostengono l’economia 
di questo paese. 
La Fiom all’assemblea di Cervia ha proclamato 8 ore di sciopero contro l’art.8, 
contro la manovra del Governo per affermare la democrazia nei luoghi di lavoro e 
difendere i diritti. 
La decisione del Governo di dare via libera  ai licenziamenti si colloca in questo 
quadro devastante per la vita delle persone e costituisce una ragione in più per 
scioperare. 
Nel corso di queste settimane si sono già svolti scioperi e mobilitazioni nazionali 
come lo sciopero e la manifestazione a Roma del Gruppo Fiat e di Fincantieri del 
21 ottobre e scioperi territoriali e regionali. Venerdì 4 novembre tutta la Lombardia 
sarà in sciopero con manifestazione a Milano. 

Bisogna intensificare le iniziative e far sentire la nostra voce per impedire che 
questo Governo porti al massacro il  nostro paese e scarichi le sue 
responsabilità sui lavoratori e sulle lavoratrici. 

E sull’insieme di queste questioni, per la cancellazione dell’art. 8, 
per impedire i licenziamenti, per una democrazia esigibile nei 
luoghi di lavoro che superi la pratica degli accordi separati,  
è necessario che la Cgil prosegua la mobilitazione fino a 
proclamare lo sciopero generale. 

mercoledì 26 ottobre 2011


TUTTI AL VOTO

La RSU della Fiom-Cgil rende noto alle lavoratrici e ai lavoratori dello stabilimento CNH di Jesi che nelle giornate di Giovedì e Venerdì 27 e 28 Ottobre saremo chiamati tutti a votare l’ipotesi di piattaforma per il rinnovo del Contratto Nazionale dei metalmeccanici che sarà presentata dalla Fiom-Cgil alla Federmeccanica, ciò avrà anche il compito di far scattare l’ultrattività del Contratto Nazionale del 2008 a fine anno in scadenza, e che rimane in vigore fino a quando si arriverà ad un contratto unitario sottoscritto da tutti.

Mentre i vassalli del padrone continuano ad accettare l’uscita dal contratto nazionale di Fiat e l’estensione degli accordi di Pomigliano su tutto il Gruppo che peggiora drasticamente la nostra condizione di lavoro e di vita con accordi e incontri separati senza un mandato e senza consultare i lavoratori, facciamo valere la democrazia nei luoghi di lavoro partecipando al voto nel referendum sulla piattaforma della Fiom per la riconquista del Contratto Nazionale dei Metalmeccanici. Un Contratto senza deroghe, condiviso dalle lavoratrici e dai lavoratori, e sottoscritto unitariamente da tutte le organizzazioni sindacali e datoriali!

Il voto vale per gli iscritti e i non iscritti, e si terrà nella saletta sindacale nei seguenti orari:


mattino: 11,30-14,00


pomeriggio: 19,30-21,30

Libertà è partecipazione!


Jesi, 26 Ottobre 2011                         La RSU della Fiom-Cgil

venerdì 21 ottobre 2011

SCIOPERO FIAT E FINCANTIERI ROMA PIAZZA DEL POPOLO


La piazza del lavoro e della democrazia



MANIFESTAZIONE a Roma in Piazza del Popolo 


LOTTEREMO contro Marchionne e contro la vergognosa complicità del governo Berlusconi.
Mentre la Fiat chiude la CNH, l'Irisbus,Termini Imerese ed è sempre più incerto il futuro, invece di pretendere risposte per l'occupazione, il governo ha regalato alla Fiat, prima il suo sostegno per demolire i diritti a Pomigliano e Mirafiori, e poi lo scandalo dell'articolo 8. Una mostruosità che in poche righe fa carta straccia del Contratto Nazionale e dei diritti del lavoro, di tutte le conquiste del movimento operaio.

LOTTEREMO contro le politiche della BCE e di chi vuole far pagare la crisi del capitalismo a chi l'ha già pagata, le lavoratrici e i lavoratori, i precari, gli studenti, i migranti.
Contro chi vuole distruggere i diritti del lavoro, lo stato sociale, la democrazia e il futuro.

VOGLIAMO un referendum abrogatativo per cancellare l'articolo 8 e contro la precarietà. 
La riconquista del Contratto Nazionale senza deroghe. Una legge per il voto vincolante delle lavoratrici e dei lavoratori su piattaforme e accordi. 

In questa piazza riprende la parola
il Lavoro la Democrazia e i Diritti



Jesi 21 ottobre 2011                                                         La RSU FIOM-CGIL

mercoledì 19 ottobre 2011

CONFERENZA STAMPA SCIOPERO DEL 21 OTTOBRE

Watch live streaming video from fiomnet at livestream.com
COMUNICATO FIOM 

Contro la scelta di Fiat di non elargire alcun euro a chi tutti i giorni manda avanti la fabbrica e beffardamente dà a Luglio migliaia di euro a capi e preposti. Contro la scelta di Fiat di non voler in nessun modo discutere di una questione, quella del salario, che le lavoratrici e i lavoratori denunciano da mesi. Un dissenso che non è di una organizzazione sindacale, ma dei lavoratori di questa Azienda, sul quale quest’ultima non si assume nessuna responsabilità e non dà alcuna risposta da ormai troppo tempo. Contro la scelta di Fiat di cancellare a partire dal 1 Gennaio 2012 il Contratto Nazionale e di estendere a tutto il gruppo gli accordi di Pomigliano e Mirafiori. Contro la scelta di Fiat di non riconoscere a partire dal 1 Gennaio 2012 le agibilità sindacali all’interno degli stabilimenti come stabilito dall’accordo del 1971 che viene disdettato, e mettendo così in condizione i delegati di non poter più intervenire nelle officine sui problemi delle lavoratrici e dei lavoratori. Va inoltre il sottolineato il fatto per noi significativo che il NO allo Straordinario (dove anche lì l’Azienda non ha voluto cercare alcuna mediazione) ha prodotto 40 posti di lavoro oltre alla riallocazione di lavoratori da Imola. 40 famiglie che seppur per un periodo limitato si troveranno alla fine del mese con un salario. Troviamo infine vergognoso che delegati che dovrebbero rappresentare i lavoratori più che spiegare le ragioni delle loro scelte, non fanno altro che gettare fango sulle scelte degli altri, non dicendo invece nulla su quello che sta accadendo in Fiat. FIM e UILM non ci avevano spiegato, ripetuto e garantito che quello che accadeva a Pomigliano era l’Eccezione? L’eccezione dal 1 Gennaio sarà la Regola per tutti, anche per Jesi. 

 SCIOPERO 
DELLO STRAORDINARIO 
 SABATO 22/10/2011 

 Perché vogliamo difendere il Lavoro, quello con la L maiuscola 


Jesi, 20 ottobre 2011                                                              La RSU della Fiom Cgil

lunedì 17 ottobre 2011


MERCOLEDI’ 19 OTTOBRE 2011
ASSEMBLEA IN SCIOPERO DI 
1 ORA
DAVANTI AI CANCELLI

CONTRO LA SCELTA DI FIAT DI CANCELLARE IL 
CONTRATTO NAZIONALE, DI CHIUDERE GLI STABILIMENTI, DI FAR PAGARE LA CRISI AI LAVORATORI, E DI ESTENDERE A TUTTO IL GRUPPO GLI ACCORDI DI POMIGLIANO E MIRAFIORI

L’assemblea vedrà la presenza oltre che dei delegati, del segretario nazionale della Fiom Giorgio Airaudo (responsabile relazioni sindacali gruppo Fiat) e del segretario regionale della Fiom Giuseppe Ciarrocchi. Data la gravità di ciò che sta accadendo all’interno del Gruppo e in prossimità della Manifestazione nazionale a Roma Venerdì 21 Ottobre prossimo, invitiamo le maestranze tutte alla massima partecipazione.

Nei seguenti orari:

1’turno e centrale: 10,00-11,00
2’ turno: 15,00-16,00
3’turno:  4,00-5,00

Riteniamo fondamentale la partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori di Jesi alla manifestazione di Roma, sulla quale a partire da subito raccoglieremo i nominativi per i pullman e nei prossimi giorni comunicheremo orari e modalità.

Jesi, 17 Ottobre 2011                                      La Rsu della Fiom-Cgil 

CONFERENZA STAMPA SCIOPERO DEL 21 OTTOBRE 2011

fiomnet on livestream.com. Broadcast Live Free

venerdì 14 ottobre 2011


   SCIOPERO
    DELLO STRAORDINARIO
    PER SABATO 15/10/11

Contro la scelta di Fiat di non elargire alcun euro a chi tutti i giorni manda avanti la fabbrica e beffardamente dà a Luglio migliaia di euro a capi e preposti.
Contro la scelta di Fiat di non voler in nessun modo discutere di una questione, quella del salario, che le lavoratrici e i lavoratori denunciano da mesi. Un dissenso che non è di una organizzazione sindacale, ma dei lavoratori di questa Azienda, sul quale quest’ultima non si assume nessuna responsabilità e non dà alcuna risposta da ormai troppo tempo.
Contro la scelta di Fiat di cancellare a partire dal 1 Gennaio 2012 il Contratto Nazionale e di estendere a tutto il gruppo gli accordi di Pomigliano e Mirafiori.
Contro la scelta di Fiat di non riconoscere a partire dal 1 Gennaio 2012 le agibilità sindacali all’interno degli stabilimenti come stabilito dall’accordo del 1971 che viene disdettato, e mettendo così in condizione i delegati di non poter più intervenire nelle officine sui problemi delle lavoratrici e dei lavoratori.
Va inoltre il sottolineato il fatto per noi significativo che il NO allo Straordinario (dove anche lì l’Azienda non ha voluto cercare alcuna mediazione) ha prodotto 40 posti di lavoro oltre alla riallocazione di lavoratori da Imola. 40 famiglie che seppur per un periodo limitato si troveranno alla fine del mese con un salario.
Troviamo infine vergognoso che delegati che dovrebbero rappresentare i lavoratori più che spiegare le ragioni delle loro scelte, non fanno altro che gettare fango sulle scelte degli altri, non dicendo invece nulla su quello che sta accadendo in Fiat.
FIM e UILM non ci avevano spiegato, ripetuto e garantito che quello che accadeva a Pomigliano era l’Eccezione?
L’eccezione dal 1 Gennaio sarà la Regola per tutti, anche per Jesi.


     Jesi, 13 ottobre 2011                                          La RSU della Fiom Cgil

giovedì 13 ottobre 2011



Cancellano il Contratto nazionale 
ed estendono gli accordi di Pomigliano 
a tutto il gruppo Fiat 

In questi giorni tutte le aziende metalmeccaniche del gruppo Fiat, dall’Iveco alla New Holland, 
dalla Cnh alla Magneti Marelli, passando dalla Comau  alla Ferrari, alla Maserati fino a Fiat Auto 
stanno disdettando gli accordi di miglior favore. 
Questo prepara, dopo l’uscita di Fiat da Confindustria, l’estensione degli accordi di Pomigliano, 
Mirafiori e della Bertone a tutti i siti. L’applicazione di quel modello prevede l’aumento di lavoro 
straordinario obbligatorio fino a 120 ore l’anno, l’estensione automatica a turnazione oltre i 15 
turni, il taglio di 10 minuti di pausa, la limitazione delle tutele in caso di malattia e un sistema di 
sanzioni ai sindacati, ai loro rappresentanti e alle lavoratrici e ai lavoratori. 
Quegli accordi prevedono il superamento delle Rsu elette dai lavoratori con la nomina della Rsa da 
parte delle sole organizzazioni firmatarie. Un chiaro carattere antisindacale che ha portato la Fiat 
ad essere condannata per violazione dello Statuto dei lavoratori e delle libertà sindacali. 
In questo modo si cancella il Contratto nazionale, i suoi effetti solidaristici e di unità sui minimi 
della categoria, ovunque vi siano lavoratori metalmeccanici e comunque si lavori.  
Tutto questo avviene in una crisi che colpisce i lavoratori in quanto cittadini attraverso l’aumento 
delle tassazioni dirette e indirette e i tagli dei servizi sociali che colpiscono, ancora più duramente, 
le persone più deboli. 
Tutto questo avviene in assenza di una definizione di impegni e prodotti che garantiscano il futuro 
di tutti gli stabilimenti e di tutti i lavoratori del Gruppo Fiat in Italia. 
Gravi sono le responsabilità del  Governo che fa leggi “ad aziendam” – come l’articolo 8 della 
manovra finanziaria – ma non chiede nulla alla Fiat per l’Italia e per le lavoratrici e i lavoratori 
italiani, mentre lascia chiudere, senza prospettive  sicure, gli stabilimenti Cnh di Imola, Irisbus di 
Avellino e Fiat Auto di Termini Imprese: chiusure che noi respingiamo chiedendo che tutti i posti di 
lavoro vengano mantenuti. 
Per tutte queste ragioni noi difendiamo la presenza della Fiat in Italia con il Contratto nazionale, 
senza taglio dei diritti, contro ogni licenziamento. 

21 ottobre 2011 
sciopero generale di 8 ore e 
manifestazione nazionale a Roma 
del Gruppo Fiat e componentistica 

   Roma, 11 ottobre 2011                                                         FIOM-CGIL NAZIONALE

sabato 8 ottobre 2011


Assemblea nazionale Fiom-Cgil delegate e delegati Gruppo Fiat 
Roma, 8 ottobre 2011 


Documento finale  


L'Assemblea delle delegate e dei delegati della Fiom-Cgil del Gruppo Fiat, confermando le scelte già 
compiute nell'Assemblea nazionale del 18 novembre 2010, ritiene inaccettabili, dopo la Cnh di 
Imola e dell'Alfa di Arese, le chiusure degli stabilimenti Irisbus di Valle Ufita e Fiat auto di Termini 
Imerese. In assenza di soluzioni industriali affidabili e del mantenimento di tutta l'attuale 
occupazione per questi siti e per il loro indotto,  alla Fiat deve essere impedito il disimpegno da 
parte del Governo e delle Istituzioni locali. Questi territori rischiano la desertificazione industriale 
che può estendersi all’intero paese se non contrastata e fermata da una politica industriale che 
parta dal blocco dei licenziamenti e individui le produzioni utili a una mobilità sostenibile e a un 
diverso modello di sviluppo. 
La Fiat-Chrysler deve ancora al paese un piano industriale con modelli certi, volumi attesi e tempi 
di avvio stabiliti per ogni stabilimento dell'auto. Deve essere ancora definita dopo lo  spin-off la 
nuova missione produttiva di Fiat Industrial e la necessaria copertura degli investimenti, evitando il
rischio di una svalutazione di questo patrimonio produttivo inamovibile dal paese. Anche per 
queste ragioni reiteriamo la nostra richiesta di un tavolo nazionale, che coinvolga il governo e gli 
enti locali interessati, sugli impegni che la Fiat prende nei confronti del paese e delle lavoratrici e 
dei lavoratori Italiani. In assenza di un accordo nazionale condiviso da tutti i lavoratori e le 
lavoratrici del gruppo Fiat, ogni stabilimento viene lasciato a se stesso e messo contro gli altri. Noi 
come rappresentanti sindacali della Fiom-Cgil del gruppo Fiat ribadiamo la nostra volontà di 
operare sindacalmente come un Coordinamento di gruppo a partire dalla riconquista di un 
contratto nazionale che deve essere applicato anche a tutte le lavoratrici e i lavoratori degli 
stabilimenti Fiat in Italia.  
Per queste ragioni e a maggior ragione dopo l'uscita dalla Confindustria di tutto il gruppo Fiat, ci 
impegnamo in ogni singolo sito Fiat a sostenere la riconquista del Contratto nazionale di lavoro a 
partire dalla Piattaforma nazionale della Fiom-Cgil approvata a Cervia. 
Rivendichiamo un saldo del Pdr di 1.000 euro senza  condizioni ulteriori a ciò che e previsto 
dall’ultimo accordo integrativo 2006, approvato dalle lavoratrici e lavoratori del gruppo, visti anche
gli aumenti ad personam che la Fiat ha riconosciuto alla gerarchia aziendale. Respingiamo aumenti 
aziendali che, come quello elargito separatamente in Sevel, si configurano come veri e propri 
"premi anti sciopero", gravemente penalizzanti per la malattia e la maternità. 
Di fronte alla richiesta di lavoro straordinario la Fiom chiede prioritariamente incrementi 
occupazionali che abbiano a riferimento lavoratrici e lavoratori eventualmente espulsi da quei siti 
negli ultimi 36 mesi e che si individuino in ogni stabilimento percorsi di stabilizzazione per 
eventuali lavoratori atipici presenti nei siti. A fronte della richiesta di un aumento della turnazione
oltre i 15 turni si richiede una riduzione dell’orario di lavoro privilegiando forme di scorrimento e
l'istituzione di squadre aggiuntive.
Dove prosegue l'uso di ammortizzatori sociali, per crisi o per ristrutturazione, vanno privilegiati tutti
quegli strumenti che consentono il mantenimento del posto di lavoro, la non dispersione e
depauperamento delle professionalità e la difesa del reddito e del rapporto con il lavoro (ad
esempio i contratti di solidarietà).
Nelle diverse realtà produttive la Fiat approfitta  della crisi per peggiorare le condizioni dei
lavoratori, anche attraverso l'introduzione di nuove metriche del lavoro (come Ergo-Uas).
La Fiom ribadisce che l'applicazione delle metriche del lavoro è di assoluta responsabilità
dell'impresa senza vincoli per il sindacato. Vanno per noi invece garantiti, sulla metrica del lavoro,
alle lavoratrici, ai lavoratori e ai rappresentanti sindacali, informazione preventiva, possibilità di
verifica e controllo, con un apposito monte ore aggiuntivo, che garantisca l'agibilità sindacale.
Mantenimento e/o riconquista dei quaranta minuti di pausa sulle linee di montaggio. Nelle
condizioni di lavoro ripetitive e gravose va tutelata e garantita la salute e la sicurezza dei lavoratori.
Respingiamo qualunque tentativo di esclusione e limitazione della presenza e libertà d'azione
sindacale, come confermato dalla sentenza del tribunale di Torino che, condannando la Fiat per
attività antisindacale, restituisce alle lavoratrici e ai lavoratori il diritto a scegliersi la rappresentanza
sindacale liberamente. La libertà di sciopero, d'assemblea, di riunione, il diritto a eleggere
direttamente i rappresentanti dei lavoratori non può essere limitato da sanzioni e procedure che
vadano al di là della Costituzione italiana. Va garantita la parità di genere e la tutela contro ogni
discriminazione in tutti gli stabilimenti del gruppo.
Il Governo ha una grave responsabilità nell'avere lasciato soli i lavoratori e le lavoratrici del gruppo
Fiat, nel non aver garantito sino ad oggi, con certezza, al paese la continuità e lo sviluppo
dell'industria dell'autoveicolo che resta un settore strategico e ad alta diffusione tecnologica per il
nostro paese. L'unico intervento messo in campo è stato l'articolo 8 nella recente manovra
finanziaria correttiva, che si configura come una legge per la Fiat, provvedimento di dubbia
costituzionalità e di cui noi chiediamo la cancellazione, non escludendo nessun strumento, dopo i
ricorsi di incostituzionalità, fino anche alla raccolta di firme per un referendum abrogativo.
L'assemblea delle delegate e dei delegati della Fiom-Cgil del gruppo Fiat chiede che la segreteria
della Fiom impegni tutta la nostra organizzazione a raccogliere in occasione della consegna delle
tessere 2012 un euro aggiuntivo per ogni nostro iscritto finalizzato a un fondo per sostenere la
presenza della Fiom-Cgil negli stabilimenti Fiat dove è in corso un’azione di limitazione e
discriminazione della nostra presenza e verso i nostri iscritti che noi intendiamo denunciare e
portare  all’attenzione dell’opinione pubblica e del Parlamento italiano.
Il coordinamento delle delegate e dei delegati della Fiom-Cgil accoglie la proposta della Segreteria
nazionale di proclamare 8 ore di sciopero per venerdì 21 ottobre nel gruppo Fiat con
manifestazione nazionale a Roma contro la chiusura  degli stabilimenti, per la riconquista del
contratto nazionale, per la salvaguardia del salario, contro ogni discriminazione e limitazione delle
libertà dei lavoratori e del diritto di sciopero, per l'apertura di un tavolo nazionale che dia certezze
al futuro dell’autoveicolo in Italia.

                                                                                           Approvato all'unanimità


APPELLO MANIFESTAZIONE  
SABATO 15 OTTOBRE A ROMA

PEOPLES OF EUROPE, RISE UP!

La crisi che stiamo pagando è doppia: da un lato sottrazione di ingenti risorse dai bilanci pubblici per la ricapitalizzazione delle banche e dall'altro politiche di austerità per risanare il debito pubblico che tale sottrazione produce. Anni di politiche neo-liberiste all'insegna delle privatizzazioni, delle speculazioni finanziarie, della devastazione ambientale lasciano sul terreno una realtà cruda e violenta: ricchezza e privilegi per i guru della finanza e dello sfruttamento globale, miseria senza diritti e senza prospettive per tutti gli altri.
L'economia prende in ostaggio la politica e la centralità del potere legislativo cede il passo a quello esecutivo.
Lo spostamento della sovranità verso luoghi transnazionali come la BCE trasforma i governi in meri esecutori di decisioni prese in sedi non elette e fuori da ogni controllo democratico. L'introduzione nelle Costituzioni europee dell'obbligo del pareggio di bilancio è una cessione di sovranità di proporzioni storiche con la quale si afferma che al centro del diritto non devono esserci né le persone né i popoli ma i mercati finanziari.
L’Italia dentro questo scenario ha l’aggravante del Governo Berlusconi e di un modello politico-economico che ha fatto della cancellazione dei diritti dei lavoratori e della mercificazione dei corpi il proprio tratto distintivo.
Questo non può essere il nostro mondo. I tatticismi del centro-sinistra, con il tentativo di estendere a livello nazionale la sperimentazione marchigiana dell'asse di governo Pd-Udc, ed il chiaro impegno di voler obbedire agli ordini della BCE, non può essere la nostra prospettiva. Il “Manifesto per l'Italia” di Confindustria, già rivolto al successore di Berlusconi, non può essere Il nostro futuro.
Costruire un'alternativa che restituisca diritti, dignità, lavoro, reddito, sovranità è una possibilità concreta ed urgente di cui dobbiamo farci carico in prima persona.  A partire dalle Marche dove la crisi, come ovunque, distrugge posti di lavoro, impatta sui territori con opere devastanti per l’ambiente e per la salute dei cittadini, fa aumentare la precarietà tra i giovani provocando uno stato d’emergenza che colpisce anche gli immigrati con politiche dei respingimenti, come dimostra la drammatica quotidianità al Porto di Ancona.
Il 15 ottobre una mobilitazione che si ritrova dietro lo slogan comune “«United for global change», porterà l’indignazione nelle capitali euro-mediterranee e che in Italia si dispiegherà in una grande manifestazione a Roma.
Una data fondamentale dalla quale iniziare a costruire un’alternativa politica fondata sui beni comuni, sulla difesa e l'estensione del contratto nazionale di lavoro e dei diritti sanciti dallo Statuto dei lavoratori, su una radicale riforma del welfare a partire dal reddito minimo garantito e dalla difesa dei servizi pubblici locali contro ogni tentativo di privatizzazione. Ma anche una data da cui possa partire una mobilitazione permanente nei singoli territori che sappia dimettere dal basso il Governo Berlusconi.
Il 15 ottobre deve essere qualcosa di più di una manifestazione e qualcosa di più di un giorno: deve essere un percorso che vive nei nostri territori e che giunge al 15 ottobre per oltrepassarlo.
Perché vogliamo che il 15 ottobre sia da subito anche l'occasione per una riflessione profonda tra soggetti e soggettività politiche, sindacali e sociali che abbia al centro la problematica della costruzione di un nuovo spazio pubblico che sia motore di mobilitazione, inclusivo e non autosufficiente, ma anche luogo di costruzione dal basso di un'alternativa reale.






Promotori


Francesca Alberti, Enza Amici, Alfredo Antomarini, David Bastioli, Paolo Battisti, Margherita Barocci, Oskar Barrile, Nadia Bertini, Marco Bocci, Carlo Brunelli, Danilo Burattini, Janita Biondi, Loris Calcina, Luca Canonici, Giancarlo Centanni, Christofer Ceresi, Gabriella Ciarlatini, Giuseppe Ciarrocchi, Tommaso Cingolani, Evasio Ciocci, Paolo Cognini, Francesco Coltorti, Massimo Corinaldesi, Stefano Crispiani, David Cristofaro, Susanna Ciumelli, Daniele Dubbini, Ilaria Fava, Roberto Frey, Maurizio Foglia, Alessio Giorgetti, Andrea Giorgi, Valentina Giuliodori,  Fausto Gullini, Nicola Mancini, Roberto Mancini, Milvia Marzioni, Edoardo Mentrasti, Rossana Montecchiani,  Edaniele Mori, Ennio Pattarin, Marcello Pesarini, Tiziano Polidori, Giuseppe Postacchini, Pierpaolo Pullini, Francesco Recanatesi (Reka), Emanuele Rossi, Cinzia Ruggeri, Sergio Ruggeri, Sergio Sinigaglia, Andrea Spedicato, Emanuele Tartuferi, Valeria Tizzoni, Sergio Zampini.

mercoledì 5 ottobre 2011


SENZA SOLDI
Nella giornata di ieri 4 Ottobre 2011 presso l'associazione industriali di Ancona si è tenuto l'incontro tra la CNH e la Rsu dello stabilimento di Jesi con i rispettivi segretari provinciali e regionali.
In primis l'azienda ha ufficializzato il nuovo responsabile delle relazioni sindacali CNH Europa nella persona del dottor Claudio Biestro. Ha poi confermato per il 2011 una produzione attorno alle 26000 macchine. Per ciò che riguarda le prospettive produttive e occupazionali del 2012 l’Azienda non si è pronunciata rimandando ad un successivo incontro da tenersi tra la fine di Ottobre e i primi di Novembre. La direzione aziendale ha altresì manifestato l’importanza e la volontà di investire sullo stabilimento di Jesi e allo stesso tempo ribadisce l’intenzione di applicare la nuova metrica ErgoUas che verrà discussa in futuri incontri specifici.
Detto ciò, il resto del confronto si è sviluppato tutto attorno al mancato pagamento del Saldo del Premio di Risultato del 2011 e sulla necessità da parte di Fiat dei Sabati di Straordinario da qui a fine anno, sulla quale come Fiom avevamo proposto 100 euro aggiuntivi per lavoratore a Sabato. Ciò anche a fronte dell’indecente e ingiusta scelta dell’Azienda di premiare (8080 euro i soldi presi da qualcuno!) i Capi e i Preposti e allo stesso tempo far pagare la crisi agli operai. Crisi che ripetiamo, o c’è per tutti o non c’è per nessuno!
A tutto ciò l’Azienda ha ribadito un NO che per quello che ci riguarda è irricevibile. Non è accettabile infatti che su un problema come quello del salario che i lavoratori manifestano da mesi non sia possibile trovare una soluzione ragionevole, una soluzione che permetta di rispondere alla esigenza produttiva delle macchine che servono all’azienda, ma che sia anche capace di rispondere a chi in questi anni ha perso oltre 5000 euro e si vede il Capo riprenderli tutti in un mese di paga!
 Vale la pena di ricordare che all’interno di questa situazione non può non inserirsi quanto dichiarato in una nota lettera da Marchionne in questi giorni: la scelta di Fiat Industrial di uscire da Confindustria dal 1 Gennaio 2012. Questo ci interessa non tanto per i rapporti tra Fiat e Confindustria, ma quanto per gli effetti che ciò potrà avere sulle lavoratrici e in lavoratori. Infatti  l’uscita dal perimetro del contratto nazionale da parte di Fiat e l’attuazione dello scellerato Art. 8 voluto dal governo, estenderebbe di fatto il modello Pomigliano-Mirafiori a tutti gli stabilimenti del gruppo, Jesi compreso, mettendo in serio pericolo l’insieme di norme e regole contrattuali  che da sempre disciplinano il rapporto di lavoro dipendente.
E’ per questo che Sabato 8 Ottobre nella quale Fiat ha comandato il Sabato di Straordinario, la RSU della FIOM proclama lo Sciopero dello Straordinario per lo stesso giorno con presidio davanti ai cancelli dello stabilimento.
Invitiamo le lavoratrici e i lavoratori ad una massiccia partecipazione e a dar seguito alla grande giornata di lotta tenutasi il sabato precedente sull’altro turno!
 Per il salario e per la nostra dignità!

Jesi, 5 ottobre 2011                                                                                                     La RSU della Fiom Cgil

COMUNICATO FIOM

Oggi la Direzione Aziendale ha comunicato alle R.S.U. il ricorso 
allo straordinario nella giornata di sabato 8 ottobre 2011.
La R.S.U. Fiom come scritto nel comunicato affisso in bacheca
inerente l'incontro tenutosi in Ancona ritiene insoddisfacente le
risposte sul piano salariale.

 SCIOPERO DELLO STRAORDINARIO 
 PER IL GIORNO 8 OTTOBRE 2011

Con presidio davanti ai cancelli dello stabilimento
Invitiamo le lavoratrici e i lavoratori a partecipare all'iniziativa

 Jesi 5 ottobre 2011         La RSU della Fiom-Cgil

lunedì 3 ottobre 2011


Fiat S.p.A.
Via Nizza 250, 10126 Torino
Tel. +39 011 006 3088, Fax +39 011 006 2459
mediarelations@fiatspa.com
www.fiatspa.com
Lettera di Sergio Marchionne a Emma Marcegaglia
L’Amministratore Delegato di Fiat S.p.A. e Presidente di Fiat Industrial, Sergio Marchionne, ha inviato venerdì 30 settembre alla presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, due lettere identiche il cui contenuto viene di seguito riportato.
****
Cara Emma,
negli ultimi mesi, dopo anni di immobilismo, nel nostro Paese sono state prese due importanti decisioni con l’obiettivo di creare le condizioni per il rilancio del sistema economico.
Mi riferisco all’accordo interconfederale del 28 giugno, di cui Confindustria è stata promotrice, ma soprattutto all’approvazione da parte del Parlamento dell’Articolo 8 che prevede importanti strumenti di flessibilità oltre all’estensione della validità dell’accordo interconfederale ad intese raggiunte prima del 28 giugno.
La Fiat fin dal primo momento ha dichiarato a Governo, Confindustria e Organizzazioni sindacali il pieno apprezzamento per i due provvedimenti che avrebbero risolto molti punti nodali nei rapporti sindacali garantendo le certezze necessarie per lo sviluppo economico del nostro Paese.
Questo nuovo quadro di riferimento, in un momento di particolare difficoltà dell’economia mondiale, avrebbe permesso a tutte le imprese italiane di affrontare la competizione internazionale in condizioni meno sfavorevoli rispetto a quelle dei concorrenti.
Ma con la firma dell’accordo interconfederale del 21 settembre è iniziato un acceso dibattito che, con prese di posizione contraddittorie e addirittura con dichiarazioni di volontà di evitare l’applicazione degli accordi nella prassi quotidiana, ha fortemente ridimensionato le aspettative sull’efficacia dell’Articolo 8.
Si rischia quindi di snaturare l’impianto previsto dalla nuova legge e di limitare fortemente la flessibilità gestionale.
Fiat, che è impegnata nella costruzione di un grande gruppo internazionale con 181 stabilimenti in 30 paesi, non può permettersi di operare in Italia in un quadro di incertezze che la allontanano dalle condizioni esistenti in tutto il mondo industrializzato.
Per queste ragioni, che non sono politiche e che non hanno nessun collegamento con i nostri futuri piani di investimento, ti confermo che, come preannunciato nella lettera del 30 giugno scorso, Fiat e Fiat Industrial hanno deciso di uscire da Confindustria con effetto dal 1 gennaio 2012. Stiamo valutando la possibilità di collaborare, in forme da concordare, con alcune organizzazioni territoriali di Confindustria e in particolare con l’Unione Industriale di Torino.
Da parte nostra, utilizzeremo la libertà di azione applicando in modo rigoroso le nuove disposizioni legislative. I rapporti con i nostri dipendenti e con le Organizzazioni sindacali saranno gestiti senza toccare alcun diritto dei lavoratori, nel pieno rispetto dei reciproci ruoli, come previsto dalle intese già raggiunte per Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco.
E’ una decisione importante, che abbiamo valutato con grande serietà e attenzione, alla quale non possiamo sottrarci perché non intendiamo rinunciare a essere protagonisti nello sviluppo industriale del nostro Paese.
Con i miei migliori saluti.
Sergio Marchionne
****
Torino, 3 ottobre 2011

sabato 1 ottobre 2011

CONTRO L'EUROPA DELLE BANCHE
NOI IL DEBITO NON LO PAGHIAMO



Assemblea con Giorgio Cremaschi 



Conclusioni di Giorgio Cremaschi 




Roma 1 ottobre Teatro Ambra Jovinelli