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martedì 31 gennaio 2012

RIDATECI LA DEMOCRAZIA


Democrazia al lavoro

L'11 febbraio la Fiom-Cgil ha indetto una manifestazione nazionale con corteo a Roma aperta agli studenti, ai precari, ai migranti e a tutti coloro che in questi mesi si sono mobilitati in tutta Italia per i beni comuni.  Una manifestazione che punta ancora una volta dopo il 16 ottobre 2010 a riunire chi, come noi, vuol fare del lavoro, della
democrazia, dell’ambiente, della difesa e acquisizione di un lavoro stabile, dignitoso e con diritti e della legalità un bene comune. 

È inaccettabile la scelta illegittima di Federmeccanica di rinnegare l’ultrattività del Contratto nazionale del 2008, firmato da tutti i sindacati e votato con referendum dai lavoratori, e di togliere le libertà e i diritti sindacali alla Fiom.  
È inaccettabile la scelta della Fiat, in aperto contrasto con la Costituzione italiana, di cancellare il contratto nazionale, la contrattazione collettiva, peggiorare le condizioni di lavoro e ledere le libertà sindacali escludendo la Fiom dai propri stabilimenti. 
Per questo continuiamo a lottare per sostenere la piattaforma della Fiom, per cancellare l’art. 8 della manovra-bis del governo Berlusconi che consente alle aziende di fare gli accordi con chi ci sta e che impedisce ai lavoratori di potersi organizzare e decidere. 

C’è bisogno di un intervento del Governo per garantire i diritti costituzionali in materia di pluralismo e libertà sindacali, c’è bisogno urgente di una legge che garantisca il diritto democratico di validazione dei contratti collettivi e di elezione delle rappresentanze sindacali unitarie. 

La manovra varata dal governo Monti per il suo carattere recessivo, l'allungamento dell'età pensionabile, per la cancellazione delle pensioni di anzianità, per un aumento dei prezzi e delle tariffe che riduce al limite il potere di acquisto dei salari e delle pensioni è inaccettabile. Sono altre le misure da prendere per uscire dalla crisi e riportare in equilibrio i conti economici e sociali. L'istituzione di una vera patrimoniale, la lotta contro l'evasione fiscale, la corruzione e l'illegalità sono le vere discontinuità da realizzare insieme ad una azione affinché in Europa si affermi una nuova politica sociale ed economica non vincolata alle indicazioni della Bce, improntata allo sviluppo economico internazionale, con particolare attenzione ai settori industriali, e mirata a un riequilibrio nella distribuzione del reddito. 

È urgente il reddito per impedire il ricatto e garantire la cittadinanza innanzitutto alle donne, ai giovani e ai migranti che subiscono per primi gli effetti drammatici di una riduzione della occupazione. È per tutti noi inevitabile contrastare le ipotesi di riforma del mercato del lavoro tese ad aumentare la flessibilità mentre ci sarebbe bisogno di una estensione dell’art. 18 e delle tutele anche per le aziende di piccole dimensioni. È necessario ampliare l’utilizzo dei contratti di solidarietà per impedire i licenziamenti, per ridistribuire il lavoro e non è certo necessario ridurre la durata degli ammortizzatori sociali. 

   una manifestazione
  •  per il lavoro
  •  per riconquistare il contratto nazionale a partire dalla Fiat 
  •  per estendere i diritti e l’occupazione 
  •  per garantire il reddito e la cittadinanza 
  •  per riportare la democrazia al lavoro 

   troviamoci tutte e tutti sabato 11 febbraio a ROMA ore 14.00 da Piazza della Repubblica a Piazza San Giovanni 

COMUNICATO RSU FIOM


Compagne e compagni. Le lavoratrici, i lavoratori della Fiat Cnh Jesi e i loro delegati esprimono il più vivo sostegno alla decisione dalla minoranza congressuale "La Cgil che vogliamo" di auto sospendersi 6 mesi dal direttivo regionale in dissenso al “confno” imposto dalla Cgil al segretario regionale della Fiom Giuseppe Ciarrocchi. Estromessi dalla fabbrica e ridotti alla clandestinità da un attacco senza precedenti che la Fiat sta portando ai nostri iscritti, ai simpatizzanti, ai lavoratori, alle lavoratrici e ai delegati della Fiom-Cgil, non comprendiamo veramente come qualche nostro dirigente non abbia niente di meglio da fare che comminare provvedimenti insensati a chi con intelligenza, coraggio e cuore, spende con un impegno non comune la sua vita per la causa di chi lavora, come la vertenza Fincantieri ha ampiamente dimostrato. Che qualcuno provi almeno un po' di vergogna. 
Un abbraccio e un saluto a tutte e tutti.

La Rsu della Fiom Cnh di Jesi

domenica 29 gennaio 2012


Il “dopo Cristo “/3
-la servitù aziendale-


Come al solito Fim e Uilm, una settimana dopo l'incontro con l'Azienda, non dicono
ciò che un sindacato che vuol davvero rappresentare e difendere i lavoratori dovrebbe
dire.

1) Non dicono che se la Fiat avesse chiesto la Cigo per i giorni dello sciopero degli
autotrasportatori, i lavoratori non sarebbero costretti prossimamente a lavorare gratis
il sabato o addirittura dopo le 21, per recuperare il salario che Fiat volutamente gli ha
tolto.

2) Ci dicono che lo Straordinario collettivo oltre che quello individuale inciderebbe
positivamente sulle 600 euro del cosiddetto Premio di Luglio. Non basta discriminare
chi si ammala, chi ha bisogno della legge 104, le giovani madri. Si decide di
avvantaggiare la casta dei “pocciatori” della fabbrica, gli stessi che non hanno perso
un solo euro dalla Cassa Integrazione e che non lavorano sulle linee di montaggio.
Cosa da sempre gradita a Fiat: si fanno lavoratori di serie A e di serie B.
Alla Fiom ciò pare assolutamente indecente e non comprendiamo come sindacalisti –
seppur nella difficoltà di considerarli ancora tali – possano compiacersene.

3) L'art.4 nel precedente Contratto regolava si possibili recuperi produttivi: non dava
però 6 mesi di tempo all'Azienda per il recupero, né la possibilità di farlo nella mensa
o nei giorni di riposo per chi fa il terzo turno. Ma non contemplava nemmeno uno dei
nodi cruciali del Contratto Fiat: le clausole di responsabilità, che mettono i
sindacalisti firmatari nella condizione di poter dire solo Si alla volontà aziendale
negando alle lavoratrici e ai lavoratori il diritto a contrattare scelte diverse: pena la
sanzione delle stesse organizzazioni sindacali firmatarie. Non ci pare sia la stessa
cosa.

In ultimo, non commentiamo le allusioni menzognere che vengono mosse alla Fiom,
da parte di chi per oltre un anno ha detto a chi lavora che “l'Accordo di Pomigliano
valeva solo per Pomigliano” come fatto da Fim e Uilm, per estenderlo poi a tutto il
Gruppo Fiat privando i lavoratori e le lavoratrici del gruppo del Contratto Nazionale
di Lavoro.

La Rsu della Fiom coglie l'occasione per ringraziare coloro che hanno partecipato
all'iniziativa pubblica organizzata dalla Fiom a Jesi venerdì scorso, e invitiamo tutti a
dare la propria adesione per partecipare alla grande manifestazione nazionale
“Democrazia al lavoro” indetta dalla Fiom , che si terrà a Roma Sabato 11 Febbraio
per la libertà e la democrazia nei luoghi di lavoro.


Jesi, 30 Gennaio 2012                                                         La Rsu della Fiom Cgil

sabato 28 gennaio 2012

CUORE E VOCE OLTRE I CANCELLI


All’Iveco (Fiat) assemblea «clandestina» e sciopero della Fiom. Landini: «Vogliamo il referendum per abrogare l’accordo che impedisce le libertà sindacali, la politica non taccia di fronte a chi vìola la Costituzione»


Non sembra un bello spettacolo. Però poi scoppia l’applauso e ci si abbraccia e alla fine ci scappa pure la foto ricordo. Gli operai dietro la sbarra che separa la fabbrica dal mondo libero, ma con il cuore che si scalda per una semplice assemblea che oggi ha il sapore delle cose proibite, come accadeva nell’autunno caldo, quando le fabbriche erano off-limits per il sindacato e la democrazia – era il 1969 e con il megafono in mano c’era Bruno Trentin, ma questa è un’altra storia. Eppure anche oggi i dirigenti e sindacalisti della Fiom restano fuori dalle fabbriche, con il microfono in mano per farsi ascoltare da tutti. Commossi e adrenalinici di fronte a centinaia di lavoratori radunati su un piazzale perché non riconoscono l’accordo separato imposto dalla «madre» di tutte le aziende. 
Adesso si fanno così le assemblee nelle fabbriche del gruppo Fiat dove viene applicato il «contratto Marchionne», quello che oltre a stracciare il contratto nazionale di fatto impedisce ai lavoratori di eleggere i propri rappresentanti sindacali all’interno degli stabilimenti. E quindi di tenere assemblee. Per questo ieri mattina, con replica nel pomeriggio, il segretario nazionale della Fiom Maurizio Landini dietro la sbarra dell’Iveco di Brescia ha vissuto una situazione che definisce kafkiana ma anche «molto molto emozionante». E per qualche minuto si è messo anche davanti alla sbarra, una scavalcata «illegale», un atto di insubordinazione non solo simbolica compiuto insieme ai delegati della Fiom bresciana. 
La Om Iveco, la più importante azienda bresciana con 2.800 dipendenti, aveva risposto picche alla Fiom che aveva chiesto di poter tenere un’assemblea. Non solo l’assemblea si è fatta, in un clima di straordinaria determinazione sottolineato da applausi liberatori, ma gli operai hanno anche partecipato in massa allo sciopero di due ore indetto dalla stessa Fiom: oltre il 60% ha incrociato le braccia. «La Fiom esiste», dice Landini, con la voce che tradisce l’emozione per un’assemblea particolare, diversa da tutte le altre. 
«Ci troviamo di fronte a un’azienda – spiega Landini – che vìola palesemente i diritti costituzionali, la democrazia non esiste più una volta varcati i cancelli della Fiat. Eppure i lavoratori ieri hanno dimostrato che non hanno nessuna intenzione di accettare quell’intesa contro cui hanno già raccolto 20 mila firme per indire subito un referendum abrogativo sul contratto. Hanno partecipato quattrocento persone e ha scioperato più della metà degli operai nonostante la pressione dei capi secondo cui questo sciopero non si poteva fare. Noi andremo avanti». 
E con un programma che non guarda solo in casa Fiat, «che comunque abbiamo intenzione di portare in tribunale». La Fiom, in vista della manifestazione dell’11 febbraio a Roma, vuole lanciare più di un messaggio al governo Monti; e anche ai partiti che all’epoca dell’accordo capestro di Pomigliano non perdevano una battuta per invitare gli operai a pronunciarsi in favore di Marchionne. «Abbiamo raccolto 20 mila firme contro quell’accordo – rilancia Landini – e oggi nessuno apre bocca, non si sente una parola, per questo chiediamo al governo, al presidente della Repubblica e alle forze politiche di pronunciarsi, di dire qualcosa perché ai danni dei lavoratori è stata vìolata la Costituzione. Inoltre, non siamo affatto convinti che sia chiusa la partita delle pensioni e crediamo che la Cig non solo non vada cancellata ma vada addirittura estesa, insieme all’introduzione del reddito di cittadinanza». Detta in una parola, parafrasando il «titolo» della prossima manifestazione nazionale, la Fiom chiede «Democrazia al lavoro».

mercoledì 25 gennaio 2012

COMUNICATO FIOM

IL “DOPO CRISTO” / 2
- dopo i diritti tocca al salario -

La Rsu della Fiom giudica sbagliata la decisione presa dalla Direzione
aziendale di Fiat Cnh Jesi di non ricorrere alla Cassa Integrazione
Ordinaria per i giorni 25 e 26 di Gennaio facendo così perdere il salario
dell'intera giornata a tutti i lavoratori che sulla busta paga di Febbraio si
vedranno decurtata l'intera giornata lavorativa.

Ci chiediamo, se le giornate fossero state più d'una quanti soldi
avremmo perso in busta paga? e quanti recuperi produttivi avremmo
dovuto fare per recuperare salario? E' normale che quando questa
Azienda realizza utili li ripartisce con professional, capi e capetti, e
quando invece ha problemi di produzione li scarica sui lavoratori facendo
perdere loro salario?
Coloro che sostenevano che con il nuovo Contratto Fiat non sarebbe
cambiato niente, sono ancora dello stesso avviso?

Come sempre a prestargli il fianco tutta l'incapacità e il servilismo dei “7
pagliacci sindacali” (il settimo è lo stakanovista del Fismic) che fanno
finta di difendere i lavoratori e che non sono nemmeno buoni a scrivere
un comunicato nella bacheca sindacale per informare chi lavora di
quanto sta accadendo. Si sono preoccupati di come recuperare i trattori
piuttosto di come non far perdere soldi ai lavoratori...DIMETTETEVI!

Chiediamo che l'Azienda avvii la domanda all'Inps per la richiesta di Cigo
in modo da garantire alle maestranze un reddito sostitutivo della
retribuzione che non riceveranno in quelle giornate, e diciamo No ad un
Contratto che nega le libertà, i diritti e scarica sul salario delle lavoratrici
e dei lavoratori impedimenti produttivi di cui non sono assolutamente
responsabili.

N.b. Per parlare di questo e altro invitiamo tutti i lavoratori e le
lavoratrici a partecipare all'iniziativa da noi organizzata “Prima e dopo
Cristo: Fiat e non solo, il Lavoro e la sua libertà” domani Venerdì 27
Gennaio alle ore 21 alla 2^Circoscrizione di Jesi in via San Francesco.

Jesi, 26 Gennaio 2012                                     La Rsu della Fiom Cgil

lunedì 23 gennaio 2012


Il “dopo Cristo”

Care lavoratrici, cari lavoratori, care iscritte, cari iscritti.
Il nuovo Contratto Fiat imposto con la complicità di Fim-Uiml-Fismic-Ugl cancella il contratto nazionale di lavoro e rappresenta un vero e proprio attacco alle libertà, alla democrazia, e alla condizione di lavoro e di vita delle lavoratrici e dei lavoratori della Fiat. Ripercorriamo i perchè. Dal 1 Gennaio Fiat nega alle lavoratrici e ai lavoratori il diritto di associazione e di attività sindacale segnando una delle pagine più nere della storia di chi lavora dal dopoguerra ad oggi. In fabbrica, l'unico sindacato ammesso è quello aziendalista e che dice sempre Sì. Chi non è d'accordo, chi come la Fiom ha deciso di dire No allo scambio diritti lavoro, paga con l'esclusione, e si vede impedito a iscritti e simpatizzanti l'esercizio di libertà sindacali garantite dalla nostra Costituzione. Va ricordato che Fiat è già stata condannata dal tribunale di Torino per comportamento antisindacale nello stabilimento di Pomigliano per aver violato lo Statuto del Lavoratori nella costituzione della famosa newco. La servitù sciocca della compagine sindacale che ha firmato il contratto Fiat è riuscita anche in un altro “capolavoro”: quello di impedire ai lavoratori e alle lavoratrici di pronunciarsi sull'accordo aprendo un vero e proprio vuoto di democrazia dentro i luoghi di lavoro. In 513 hanno deciso per 82000 dipendenti, tanti i delegati di Fim Uilm che hanno detto si al nuovo contratto capestro. Il referendum, diritto sacrosanto delle lavoratrici e dei lavoratori, è concesso solo dove vuole la Fiat e solo dove è possibile strappare col ricatto il Si ai lavoratori (Pomigliano e Mirafiori docet!). Nel merito l'accordo peggiora significativamente anche la nostra condizione di lavoro. L' aumento dello straordinario obbligatorio fino a 120 ore, il taglio delle pause sulle linee di montaggio, la limitazione delle tutele in caso di malattia e dulcis in fundo le clausole di responsabilità e le commissioni che “al fine di prevenire, esaminare, risolvere motivi di potenziale conflitto collettivo...” limitano drasticamente il diritto di sciopero, altro principio della nostra Costituzione. Al sindacato che firma, l'accordo assegna il ruolo di guardiano in fabbrica del comportamento dei lavoratori. Quando non lo fa, l'Azienda lo sanziona e lo stesso fa con chi lavora. A difesa dei più deboli (si fa per dire!) il Premio di 600 euro che verrà erogato a Luglio prossimo. Non più legato ai parametri reddito-produttività-qualità ma alla effettiva presenza in fabbrica. In questo modo lo si nega a chi si ammala, a chi ha la sfortuna di avere a casa qualcuno che sta male, a chi si infortuna sul lavoro e alle donne, madri prima che lavoratrici. Insomma la più vile delle remunerazioni. La Fiom giudica sbagliato e vergognoso anche il comportamento del sindacato che ha deciso di firmare tale scempio. Non possiamo accettare la loro complicità alla Fiat nella operazione intollerabile di escludere la nostra organizzazione, peraltro maggioritaria, dalla fabbrica. Chiediamo invece le dimissioni dei loro rappresentanti a motivo del fatto che l'accordo in questione è stato contestato sonoramente dalle assemblee del 13 Dicembre scorso, e bocciato dal voto della Rsu subito dopo. Rivendichiamo inoltre il diritto delle lavoratrici e dei lavoratori a votare l'accordo come ampiamente chiesto dalle 20000 firme raccolte in pochi giorni in 67 siti produttivi di Fiat. Contro questa barbarie reagiremo mettendo in campo iniziative sindacali, di mobilitazione, pubbliche, e dove necessario anche legali, fino alla grande manifestazione nazionale indetta a Roma dalla Fiom per l'11 Febbraio “Democrazia al lavoro”. Per fare questo avremo bisogno di voi e della vostra partecipazione; e di qualcosa che i Marchionne, i Bonanni e qualche altro ectoplasma sindacale non riusciranno mai a scipparci: la nostra dignità.

Jesi, 24 Gennaio 2012                                                          La Rsu della Fiom Cgil

Il Lavoro dalle nostre parti: intervista a Marco Brunetti 

Fiom_cgil
 Il mondo del lavoro è sempre più al centro del dibattito politico nazionale. La prossima settimana il governo Monti darà avvio alla terza manovra in pochi mesi; una delle materie portanti del decreto legge sarà proprio il lavoro.
Per questi motivo ci sembra importante proporvi questa intervista a Marco Brunetti delegato R.S.U FIOM Cgil alla CNH di Jesi.

D: Di fronte alle tante notizie brutte, cosa pensi dell'accordo siglato l'altro ieri dalla Fincatieri-Fiom ad Ancona?
R: Mi fa oltremodo piacere questa domanda per l’accordo FINCANTIERI, all’interno dello stabilimento FIAT di JESI, la notizia è stata accolta con enorme soddisfazione dalle lavoratrici e dai lavoratori. Credo che il NO ostinato e tenace delle maestranze del cantiere abbiano portato a casa il risultato di abbattere un tabù, che per salvare il cantiere c’era bisogno dei licenziamenti. Si salvano invece i posti di lavoro lasciando anche aperta una prospettiva per il rilancio e lo sviluppo della cantieristica nel nostro Paese. La gestione unitaria dei lavoratori ma con l’impronta caratterizzante della FIOM, con le iniziative costanti e ripetute ha prodotto questo risultato, nonostante l’accordo separato precedentemente firmato a livello nazionale da film e uilm che accettava 205 licenziamenti.
D: Passando alla "tua" vicenda, cosa pensi della situazione Fiat?
R: In FIAT è in atto un durissimo attacco alle libertà costituzionali e sindacali sancite sia dalla Costituzione Italiana che dallo Statuto dei Lavoratori. Esplicitatosi con l’estromissione dalle relazioni sindacali della FIOM e di tutti i sindacati che hanno preferito non accettare il contratto capestro imposto dalla FIAT dal 1 gennaio 2012.
D: Ci spieghi le ragioni del rifiuto??
1. Libertà sindacali;
2. Totale assenza di qualsiasi pronunciamento da parte dei lavoratori – In 516 hanno deciso per 82.000 dipendenti;

3. Le condizioni di lavoro estremamente peggiorate.  

Spieghiamo meglio ai non "addetti ai lavori" queste questioni...
R: 200 Iscritti alla FIOM. 400 voti nella ultima elezione per il rinnovo R.S.U. che conta il 52% della rappresentanza che equivale a sei delegati su 12. Questi i dati organizzativi di Jesi. A questi lavoratori / lavoratrici prossimamente sarà impedito di eleggere i propri candidati di avere accesso alla sala e bacheca sindacale, al diritto di assemblea di organizzazione, non sono infine più legittimati ad usufruire dei permessi sindacali compresi anche quelli interni. Molte sono inoltre le perplessità di ordine legale e giuridico per la figura dei delegati della sicurezza che l’accordo pare non voler riconoscere.
 D: Vorresti approfondire alcune questioni che ti stanno particolarmente a cuore?
Straordinario obbligatorio “del sabato” innalzato da 40 a 120 ore l’anno;
- Taglio delle pause sulle linee di montaggio;

- La messa in discussione della retribuzione dei primi due giorni di malattia;

- Impianto sanzionatorio nei confronti delle organizzazioni sindacali firmatarie e degli stessi lavoratori limitandone l’autonomia sindacale e stravolgendone la natura.
 D: I contratti separati purtroppo sono diffusi in varie categorie. Cosa pensi delle organizzazioni sindacali che li hanno prodotti?
R: Nei metalmeccanici l’accordo separato è la pratica più usata da FIM e UILM negli ultimi dieci anni, a mio modo di vedere il viatico che ha condotto alla fine del contratto nazionale per i lavoratori FIAT, anticipatori di un involuzione del sindacato italiano da sindacato generale a sindacato aziendalistico o di mercato. Credo che solo con la democrazia nei luoghi di lavoro, solo se a decidere saranno i lavoratori e non le burocrazie sindacali sarà possibile superare la pratica dell’accordo di vertice e separato.

D: Che reazioni hanno prodotto tra i lavoratori il raffreddamento dei rapporti tra le sigle sindacali e l'introduzione di nuove regole?
R: Per i lavoratori di Jesi , il momento è particolarmente delicato e difficile per via del fatto che all’improvviso si sono ritrovati senza contratto nazionale e senza tutte quelle norme aziendali frutto di 40 anni di contrattazione e lotte alla FIAT.
D: E' il caso di dire che le bugie di Marchionne hanno le gambe corte?
R: Credo di si rispetto al piano “Fabbrica Italia” che sino ad oggi ha visto la chiusura di tre stabilimenti e la messa in cassa integrazione di gran parte dei lavoratori del gruppo. Il giudizio preoccupato espresso dalla FIOM si fonda su questi fatti. Scelte preoccupanti per la mancata programmazione di nuovi modelli che invece vengono proposti in America. Per alcuni aspetti penso che chi ha raccontato che quel modello di fabbrica doveva essere solo per Pomigliano, poi solo per Mirafiori, fosse ancora più bugiardo del manager canadese.
 D: Per concludere, credi che la Fiat, pur essendo oramai una multinazionale, detti ancora legge in Italia?
 R: Il rischio è che la scalata alla Chrysler e gli sforzi economici e finanziari di tale scelta portino ad una marginalizzazione dell’Italia rispetto a FIAT. Per porre argine a queste scelte metteremo in campo molte iniziative a cominciare dalla manifestazione nazionale per l’11 di FEBBRAIO a difesa del contratto, del lavoro e delle libertà sindacali , contro la precarietà e per un nuovo modello di sviluppo. L’altra iniziativa è locale e si terrà venerdi 27 Gennaio alle ore 21.00 alla seconda circoscrizione a S. Francesco con Giorgio AIRAUDO della segreteria nazionale FIOM.
Intervista eseguita da Jesi Attiva info@jesiattiva.org

domenica 22 gennaio 2012

DEMOCRAZIA AL LAVORO: 11 FEBBRAIO MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA 

vai alla pagina dedicata alla manifestazione

sabato 21 gennaio 2012



LA FIOM DI ANCONA
ORGANIZZA

Un dibattito sul tema:
PRIMA E DOPO CRISTO:
FIAT E NON SOLO
IL LAVORO E LA SUA LIBERTA’

NE PARLANO:

LORIS CAMPETTI
Giornalista de “Il Manifesto”

GIOVANNI BAROZZINO
R.s.u. Fiom Fiat Melfi

GIORGIO AIRAUDO
Segreteria Naz. Fiom Responsabile Settore auto

COORDINA L’INIZIATIVA:

GIUSEPPE CIARROCCHI
Segretario Generale Fiom Marche

VENERDI’27 GENNAIO 2012

dalle ore 21.00 C/O la 2^ Circoscrizione di Jesi
in Via S. Francesco

Ancona. Hai vinto su Fincantieri? Sei sospeso


di Loris Campetti

Oggi il centro di Ancona sarà nuovamente attraversato da un corteo promosso dagli operai della Fincantieri. Ma sarà un corteo diverso da quelli a cui gli anconetani si sono abituati ad assistere, e a partecipare, da mesi. Non sarà una marcia della «collera», ma al contrario una festa per celebrare finalmente un risultato positivo strappato dopo mesi di lotte dai lavoratori, sostenuti dalla Fiom, che hanno costretto l'azienda a fare un passo indietro e rinunciare al piano «terminale» che avrebbe messo in ginocchio il luogo simbolo del lavoro e dell'orgoglio marchigiano. In testa al corteo ci sarà il segretario regionale della Fiom, Giuseppe Ciarrocchi, «Peppe» per gli amici. Se il merito del salvataggio dei cantieri è degli operai che non hanno mai mollato, un ruolo speciale nella lunga vertenza l'ha avuto lui, leader riconosciuto nelle lotte come nelle trattative.E invece da Ciarrocchi bisogna guardarsi, essendo «oggettivamente» colpevole di lesa maestà nei confronti della Cgil, la sua stessa confederazione. Si è macchiato di un grave reato e di conseguenza la Commissione interregionale di garanzia l'ha punito sospendendolo per sei mesi dal direttivo regionale delle Marche. Ora, con l'aiuto di Paolo Virgili che fa parte come Ciarrocchi dell'area programmatica di minoranza «La Cgil che vogliamo», vi raccontiamo per filo e per segno il crimine consumato nella città dorica, il processo, la condanna e infine la decisione di tutti i dirigenti marchigiani della minoranza Cgil di autosospendersi dagli incarichi nei direttivi regionale e di tutte le camere del lavoro. Una delibera applicativa dello Statuto varata dopo l'ultimo Congresso nazionale fa divieto, salvo autorizzazione delle segreterie, alla «Cgil che vogliamo» di stampare volantini e materiale vario con il simbolo della Cgil e quello dell'area programmatica: una roba che rimanda alla cultura della Terza internazionale e a una concezione militarizzata del «centralismo democratico». Ogni «violazione» dell'ordine dopo il Congresso aveva determinato richiami verbali, come a Pesaro; ad Ascoli uno striscione della «Cgil che vogliamo» per la manifestazione della Fiom del 16 ottobre era stato sequestrato.E arriviamo al reo Ciarrocchi. Qualche mese fa un delegato Fiom aveva diffuso nella rete della Cgil un documento in cui si mettevano a confronto le ragioni della maggioranza dell'organizzazione a sostegno dell'accordo interconfederale del 28 giugno e quelle critiche della minoranza Cgil. Apriti cielo: il delegato fu raggiunto da un «biasimo» scritto e stessa condanna venne comminata a Ciarrocchi per «responsabilità oggettiva». Forse, per la burocrazia della Cgil avrebbe dovuto sottoporre a pubblico ludibrio quel delegato colpevole di violazione della «delibera applicativa». Per questo è «oggettivamente colpevole». Quando un solerte membro della mitica Commissione interregionale di garanzia ha chiamato il segretario della Fiom perché motivasse il suo comportamento irresponsabile, il nostro Peppe era nel cuore di un duro confronto con Fincantieri per la nota vertenza. E quando le richieste del «membro» si sono fatte insistenti, dalla Fincantieri è partita una risposta «lesiva» della dignità della Persona e dell'Organizzazione. Probabilmente Ciarrocchi si è lasciato scappare un classico «vaffanculo», ho cose più serie che non le vostre turbe burocratiche: la sorte di centinaia di operai. Sospeso per per sei mesi.Martedì mattina, poche ore dopo l'esito positivo della vertenza Fincantieri si è riunito il direttivo regionale della Cgil per discutere di «fase politica e nostri compiti». I dirigenti della Cgil che vogliamo hanno presentato un ordine del giorno per denunciare l'inopportunità della sospensione «per un accadimento che poteva e doveva essere chiarito attraverso una normale dialettica nel gruppo dirigente». L'odg ricordava i meriti sindacali di Ciarrocchi, che dovrebbero stare a cuore all'organizzazione più dei certami burocratico-amministrativi, è stato ritenuto «non ammissibile», in quanto «non inerente» la discussione di alta strategia sindacale in corso. A questo punto i 16 compagni della minoranza nel direttivo si sono autosospesi fino al termine del «confino» imposto a Ciarrocchi e la stessa decisione è stata presa da tutti i dirigenti delle camere del lavoro della regione. Quando tra qualche giorno si terrà il nuovo direttivo regionale per eleggere il segretario (quello attuale, Gianni Venturi, è decaduto per scadenza termini), la Cgil che vogliamo si riunirà in un'altra sala insieme al coordinatore nazionale dell'area, Gianni Rinaldini.Ma oggi Ancona è in festa per aver salvato i suoi cantieri navali e il più festeggiato di tutti sarà Peppe Ciarrocchi, come lo è stato ieri al cantiere: gli operai e la città se ne fottono dei biasimi degli apparati e delle sospensioni. I marchigiani sono gente concreta, guardano ai risultati e se ogni tanto qualcuno si manda affanculo se ne fanno una ragione.

sabato 14 gennaio 2012

Comitato direttivo Cgil 11 e 12 gennaio 2012: o.d.g. sulla Fiat




Il Comitato direttivo della Cgil ha approvato a larga maggioranza (3 i voti contrari) il seguente ordine del giorno sulla Fiat.
Il Cd della Cgil, riunito l'11 e il 12 gennaio 2012, ritiene grave e sbagliata la scelta della Fiat di continuare sulla strada della rottura aggravata dalla definizione di un contratto di primo livello che cancella il contratto nazionale e la storia della contrattazione collettiva del gruppo e che tiene fuori illegittimamente dai luoghi di lavoro il sindacato maggiormente rappresentativo.
Tutto ciò viola i principi di uguaglianza e di libertà sindacale stabiliti dalla nostra Costituzione, dal nostro ordinamento legislativo, dai contratti nazionali e rappresenta per tutto il sindacato confederale un problema da risolvere perché mette in discussione i princìpi fondamentali su cui si è sempre basato il pluralismo sindacale ed è fuori dalle regole e in contrasto con l’Accordo del 28 giugno.
In questo senso è urgente ripristinare il diritto dei lavoratori di essere rappresentati nei luoghi di lavoro dai sindacati a cui liberamente aderiscono. Per tutto ciò è importante che il governo chieda conto a Fiat e avvii un confronto serio sul piano industriale e sugli investimenti più volte annunciati.
Contemporaneamente, confermando la scelta della Cgil sui temi della democrazia e della rappresentanza, si valuta urgente un confronto per ripristinare lo spirito della regola originaria dell'art. 19 dello Statuto dei lavoratori.
Il Cd sostiene e condivide la richiesta dei lavoratori del gruppo Fiat per l’indizione di un libero referendum abrogativo avanzata a Fim, Uilm e Fiat nel rispetto degli accordi sindacali del 1993, e auspica che possa essere svolto anche con l’obiettivo della ricostruzione di tutti i diritti di rappresentanza e di corrette relazioni sindacali.
Il Cd della Cgil impegna la Segreteria alla rapida attuazione degli impegni contenuti nell’Accordo del 28 giugno sulla certificazione della rappresentanza e impegna le categorie alla definizione di regole unitarie e condivise per la validazione democratica dei contratti collettivi nazionali di lavoro con la definizione di appositi intese e regolamenti.