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venerdì 24 febbraio 2012


   Il Segretario generale della Fiom
  MAURIZIO 
 LANDINI
   incontra tutti gli/le iscritti/e e tutti i simpatizzanti della
    Fiom-Cgil  dello stabilimento jesino della Cnh
    nell’assemblea aperta che si terrà
     SABATO 3 MARZO 2012
      alle ore 15.00 nella
  Sala del Lampadario del Circolo Cittadino di Jesi 

   Invitiamo le lavoratrici e i lavoratori alla massima partecipazione

         Ora che il silenzio è più forte,

        riprendiamoci la parola.

            


Il Fatto Quotidiano

25 febbraio 2012
Landini: “Le promesse Fiat erano tutte balle”
maurizio_landini
di LUCA TELESE
Questa intervista di Sergio Marchionne contiene molte falsità. Ma soprattutto una notizia grave, che non dovrebbe preoccupare solo noi, ma tutti gli italiani: la Fiat pensa di chiudere due stabilimenti”. Maurizio Landini ieri ha compulsato riga per riga quello che Marchionne ha detto al Corriere della Sera. Due pagine piene di messaggi in codice. Il leader della Fiom la considera “un punto di non ritorno”. Landini, perché è così preoccupato? Perché tutto quello che la Fiom ha detto per anni, spesso in solitudine, si sta purtroppo realizzando. Si riferisce alla produzione? Cominciamo con il dire che Marchionne non ha parlato in un giorno a caso. Ma quando i giudici hanno detto che tre lavoratori licenziati ingiustamente vanno reintegrati. Dice che l’ad ha provato a oscurare la vittoria di Barozzino e dei suoi compagni, con l’azienda che ora si rifiuta ancora di reintegrarli? Non so. Ma di sicuro c’è un fatto: è la quarta volta in un anno e mezzo che la Fiat viene condannata per comportamenti antisindacali! E per di più per vicende diverse e da tribunali diversi: penso al reintegro ordinato a Torino per il licenziamento ingiusto dell’impiegato Pino Capozzi. Vuol dire che sono eventi collegati? Ovviamente sì: c’era un disegno preciso: avere in fabbrica solo i sindacati che piacciono alla Fiat e intimidire gli altri. C’è riuscita? Può riuscire se in questo paese il governo non si rende conto che deve intervenire per ripristinare la rappresentanza. Dice Marchionne che voi fate politica. Mi diverte molto che il dottor Marchionne, che è appena uscito dalla Confindustria, ieri sponsorizzava il suo candidato, Bombassei: l’unico in campagna elettorale per ora è lui. Lei non lo sopporta, dica la verità. Affatto. Trovo pericoloso che metta in discussione la rappresentanza sindacale, questo sì. Lui dice che a Pomigliano non ci sono discriminazioni per voi. Un’altra bugia: il fatto che invitino gli operai a stracciare la tessera è apparso su tutti i giornali. Quindi Marchionne mente? Non c’è un solo iscritto Cgil su 2000 assunti. Questo è un fatto, punto. E sul piano industriale? Leggendo l’intervista incalzante di Mucchetti la cosa più preoccupante è che il piano Fabbrica Italia non esiste più. Non lo dice esplicitamente. Dice che il mercato non è più quello che aveva previsto, dice che in Italia non venderà più un milione e 400 mila auto. Non parla più dei 20 miliardi di investimenti! Colpisce più voi o più Uil e Cisl? Chi ha firmato contratti adesso sa che ha messo il suo sigillo su cambiali in bianco. E poi? In quattro mesi è scomparso un altro stabilimento In che senso? Presentando la nuova Thema Marchionne disse: è venuta meno la produzione di uno stabilimento. Adesso parla di due. Se segue questo ritmo a giugno non c’è più nulla. Ma il governo non ha nulla da dire? Però Marchionne dice che se vende in America si salvano… Ha chiuso Termini dicendo costava troppo attraversare il Tirreno. Adesso pensa che le Punto devono attraversare l’Atlantico? Per lui l’accordo sul gruppo Fiat è valido perché votato dagli operai. Altra balla! Hanno votato 6 mi-la su 80 mila! E ci sono 20 mila firme che chiedono un referendum su questo contratto. Perché non lo fa se è così sicuro? Pensa di vincerlo? Io mi limito a osservare che con 20 mila firme che lo chiedono, quelli che non vogliono farlo sono loro. È arrabbiato perché Marchionne dice che con Rinaldini, suo predecessore, si trattava meglio? Fa assolutamente sorridere. Abbiamo condiviso tutte le scelte: solo in questi anni non ha accettato di vederci. È lui che ha cambiato stile e modi, non noi. Ma lei ci parlerebbe? Anche domani. Temo che si sta preparando a fondere il gruppo in cui la Chrysler è il vero baricentro e l’Italia solo un’appendice. Non crede di dover dialogare con Uil e Cisl? Ho già proposto a loro di far votare i lavoratori sul contratto. Se loro lo accettano io sono disposto a fare un grande accordo per la democrazia sindacale. Non è colpa mia se si rifiutano. Lei sa che per loro il referendum è un boccone amaro… Io non lo voglio fare perché sono certo di vincerlo. Io voglio farlo perché è giusto. E se lo perdesse lei firmerebbe il contratto, Landini? La mia organizzazione, quando i referendum si svolgono senza ricatti, ne rispetta sempre il verdetto. Ma siccome questa possibilità non ce la danno il 9 marzo saremo in piazza San Giovanni, per difendere il lavoro.

SENZA DIRITTI
I lavoratori della Fiat Trattori scrivono alla città di Jesi

Cittadine e cittadini,
dal 1 Gennaio di quest'anno con un accordo capestro che distrugge il contratto
nazionale di lavoro, Fiat nega ai suoi dipendenti libertà sindacali e diritti sanciti dalla
Costituzione Italiana riportando di fatto i rapporti di lavoro dentro la fabbrica a
tempi che parevano oramai lontani.

Viene così impedito a chi lavora di scegliersi liberamente l'organizzazione sindacale
alla quale aderire, di eleggere i propri rappresentanti, di votare gli accordi e i contratti
che li riguardano. Si mette in discussione il diritto di sciopero e la tutela del
pagamento della malattia. Gravissimo è inoltre l'atto con cui si cancella dalla
rappresentanza in fabbrica la Fiom Cgil che con il 52% dei consensi è il sindacato più
rappresentativo tra i lavoratori. Con le nuove regole paradossalmente è Fiat che
decide chi fa sindacato in fabbrica, non i lavoratori.

Eppure Pomigliano doveva essere “un eccezione”. Così ci avevano detto. Di certo c'è
invece che la crisi e le ricette che ci propongono per uscirne, oltre ad aumentare la
disoccupazione e la precarietà mettono in moto pratiche autoritarie dentro ai luoghi di lavoro
dove a farne le spese troppo spesso sono la democrazia e i diritti. Negando così a chi
lavora la possibilità di poter scegliere e di poter decidere della loro condizione. Ciò
che rimane non è lavoro, ma mero sfruttamento.

In aggiunta va detto che tutto ciò avviene nel più totale silenzio di una Politica
nazionale e locale che non sa più rappresentare il Lavoro, e di una Informazione che
troppo spesso decide di non raccontarlo. A Marchionne in troppi hanno deciso a
priori di non chieder conto di nulla, lasciando così soli gli operai al ricatto dirittilavoro.

Per tutto questo la lotta dei lavoratori della Fiat a cominciare dallo sciopero generale
indetto dalla Fiom con manifestazione a Roma “Democrazia al lavoro” del 9 Marzo
prossimo assume una importanza decisiva per salvare non solo la dignità di chi lavora
in Fiat, ma la Democrazia nel Paese.

In ultimo chiediamo a chi vorrà farlo, di partecipare alle nostre iniziative e di
sostenerci nella campagna internazionale “Io voglio la Fiom in Fiat” per le libertà
sindacali e i diritti nelle fabbriche Fiat. http://www.fom.cgil.it/sottoscrizione/default.htm.

                                 
Le lavoratrici e i lavoratori Fiom della Fiat Cnh di Jesi
                          http://fom-rsufomjesi.blogspot.com/