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lunedì 4 novembre 2013

RISPOSTE


Se c'è una questione che preoccupa dal primo all'ultimo lavoratore dello stabilimento Cnh di Jesi, è quella di capire quali scelte produttive farà questa Azienda da qui a breve, come nel prossimo futuro.

Da troppo tempo in fabbrica stanno venendo fuori segnali preoccupanti che non fanno altro che alimentare il clima di incertezza rispetto al nostro futuro produttivo. Vediamo quali sono.

Non passa giorno che nelle offcine come negli uffci non si rincorrono voci di ogni sorta su possibili ristrutturazioni, commesse spostate, commissariamenti della direzione aziendale, problemi di ogni tipo con i fornitori e per non farci mancare nulla, addirittura la fnanza.

L'uscita dei lavoratori interinali, la riduzione delle trasferte in forza a Jesi, i pensionamenti a cui da troppo tempo non fanno seguito le assunzioni, ci dicono che lo stabilimento di Jesi ha perso in questi anni posti di lavoro. Un dato preoccupante, a cui fa seguito il calo della produzione deciso in questi giorni dall'azienda.

Sono mesi che l'organizzazione del lavoro fa acqua da più parti, sia in termini di qualità della produzione che in quelli di un peggioramento della condizione di chi lavora sulle linee di montaggio. Troppi i trattori incompleti costantemente fermi sui piazzali e troppi i soldi buttati con gli straordinari per recuperarli.
L'impressione è che siamo costantemente in una situazione di emergenza produttiva, vuoi per i fornitori, vuoi per i materiali che non si trovano, vuoi per la rigidità dell'organizzazione del lavoro costruita in questi anni, che non permette a reparti come le trasmissioni o le cabine di far fronte al fabbisogno giornaliero dei trattori in offcina 2. Il risultato sono quei 4 punti tolti allo stabilimento nell'ultimo Audit.

Fiat ha dato inizio qualche mese fa alla costruzione del secondo stabilimento di trattori in Turchia che per quel che si sa, avrà all'incirca la stessa missione produttiva dello stabilimento di Jesi. Scelta che preoccupa, visto come già in passato produzioni siano state collocate ad Ankara piuttosto che a Jesi.

Dall'incontro richiesto a Fiat nei giorni scorsi, la Fiom Cgil ritiene estremamente importante capire quali scelte, quali investimenti e quali prodotti saranno destinati al sito produttivo di Jesi; oltre al fatto di sapere se i cali produttivi e occupazionali odierni rappresentano qualcosa di momentaneo o diversamente di strutturale, così da mettere a rischio altri posti di lavoro.

Nel frattempo riteniamo assolutamente necessario aprire sin da subito una discussione con tutti i lavoratori utilizzando le tante ore di assemblee retribuite rimaste (sono 5 e mezzo). Invitiamo pertanto la Rsa frmataria a farne richiesta.

Jesi, 5 Novembre 2013 La Rsa della Fiom Cgil