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sabato 4 gennaio 2014

INTERVISTA A MAURIZIO LANDINI SU FIAT

TORINO  -  Non c'è più tempo da perdere: "Entro gennaio Letta deve convocare allo stesso tavolo Fiat e sindacati. Nelle prossime settimane il Lingotto deciderà dove mettere la sede, la quotazione, i centri di ricerca e le produzioni del gruppo. L'Italia non può stare a guardare". Maurizio Landini è preoccupato: "L'accordo sul 100% di Chrysler ha accelerato lo scenario".

Landini, non vede aspetti positivi nell'intesa?
"Certo. Marchionne può dire con orgoglio "missione compiuta". Lui è riuscito a creare un grande gruppo globale e gli Agnelli sono riusciti a diventare gli azionisti di quel gruppo senza spendere molto. Ma ai lavoratori italiani che cosa resta?".

Non crede che sarebbe stato peggio per i lavoratori italiani se quell'accordo non fosse stato fatto?
"Sarebbe stato peggio. Ma non era una ipotesi plausibile. Avevo parlato anche recentemente con Bob King, il leader del sindacato Chrysler. E lui mi aveva garantito che non era intenzione del fondo Veba rimanere azionista a Detroit. Il loro obiettivo era massimizzare il valore della quota e questo sono riusciti a fare. Volevano 5 miliardi di dollari, ne hanno portati a casa 4,3. Mi sembra un ottimo risultato per loro".

Ora che si arriva alla fusione, ci saranno i soldi per gli investimenti in Italia, non crede?
"Ora che si arriva alla fusione si aprirà una fase di ristrutturazione complessiva del gruppo. Si dovrà decidere dove mettere le produzioni, con quali centri di progettazione, con quali centri direzionali, con quali sedi legali e anche dove quotare la nuova società. Nella trattativa con il sindacato americano, così com'era accaduto all'epoca del fallimento pilotato con i governi di Usa e Canada, Marchionne ha dovuto prendere impegni. In Italia in questi anni nessuno ha mai saputo, o voluto, mettere Marchionne nella condizione di prendere impegni precisi. Ora si apre l'ultima possibilità. Ma non basta che un ministro apra un tavolo. È necessario che sia Enrico Letta in persona a prendere l'iniziativa".

I sindacati che hanno firmato in questi anni gli accordi con la Fiat dicono che senza le loro firme oggi l'azienda sarebbe già fuori dall'Italia. Che cosa risponde?
"Non rispondo io. Ha risposto la Corte Costituzionale spiegando che quegli accordi, nella parte in cui tendevano a escludere dalla fabbrica i sindacati non graditi all'azienda, erano illegittimi. Sarebbe ora di voltare davvero pagina. Anche la Fiat dovrebbe ammettere tutti i sindacati alla stessa trattativa e non continuare con la pratica, illegittima dei tavoli divisi".

Che cosa significa voltare pagina?
"Significa ottenere impegni precisi dall'azienda. Noi abbiamo sempre preso sul serio quel che dice Marchionne".

Ha annunciato un nuovo piano modelli per aprile.
"Vedremo il piano e vedremo quali impegni si assumerà Marchionne per l'Italia. Dopo il precedente di Fabbrica Italia, ogni sindacalista dovrebbe essere prudente di fronte agli annunci del Lingotto. Con i sindacati americani Marchionne ha preso impegni precisi sulle produzioni. Ci aspettiamo che lo faccia anche in Italia".

Perché dice che il tempo stringe? Perché secondo lei gennaio è decisivo? Anche lei, come Renzi, tira la giacca a Letta perché acceleri le decisioni?
"Il mondo va veloce. Nei giorni scorsi parlavo con il sindacato dei metalmeccanici tedeschi, che è nel consiglio di amministrazione di Volkswagen. Stanno discutendo il varo di un piano di investimenti da 50-60 miliardi di euro. Queste sono le dimensioni con cui la Fiat deve confrontarsi".

Con Marchionne vi siete sentiti a fine anno?"No. In quelle ore era troppo impegnato con Bob King".

Una scenata di gelosia?"No di certo. Bob King sarà ospite in aprile al nostro congresso. E con la Fiat ci incontreremo il 9 gennaio".


(04 gennaio 2014)